
Erano finiti nei guai per aver spedito per posta a un cliente più di un etto di marijuana. Oltre alla ‘corrispondenza illegale’, i due giovani dovevano rispondere anche di una serie di episodi di piccolo spaccio, sempre di ‘erba’ o hashish, sostanze destinate a un ristretto gruppo di clienti. Un’attività che sulle prime si è rivelata lucrosa, ma che a lungo andare è costata cara a entrambi. Ieri mattina, infatti, il caso dei due ragazzi è approdato in tribunale, davanti al giudice Danilo Russo e al pubblico ministero Ciro Alberto Savino. Il primo degli imputati, un 22enne di Cento, ha scelto la strada del patteggiamento della pena. Il secondo, un 23enne romeno, è stato invece processato in rito abbreviato. Per il 22enne (assistito dall’avvocato Filippo Sabbatani), le parti hanno raggiunto l’accordo di un anno e sei mesi di reclusione (pena sospesa) più 3.600 euro di multa (il tutto in continuazione con un precedente patteggiamento, sempre per droga). L’altro giovane (avvocato Donata Malmusi) è stato invece condannato a un anno e dieci mesi di reclusione, senza la sospensione condizionale della pena. La vicenda finita al centro del procedimento risale ai mesi a cavallo tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021. I due ragazzi erano finiti sotto la lente dei carabinieri per la loro attività di spaccio, che si svolgeva principalmente nella zona di Pieve di Cento. In particolare, il 22enne avrebbe venduto marijuana e hashish a un cliente per una quindicina di volte, con la cadenza di circa un episodio al mese e al prezzo di cinque euro per ogni dose. L’altro giovane è invece accusato di trentacinque cessioni a due diversi clienti, sia a singole dosi che a quantitativi più ingenti (con prezzi variabili tra i venti e i cento euro).
Entrambi si sarebbero poi resi protagonisti dell’episodio di spaccio per posta. Il fatto contestato si è verificato nel marzo del 2021, quando i due hanno spedito a un cliente un pacco contenente quasi un etto e mezzo di marijuana. Secondo le accuse, l’acquirente ha versato la somma concordata (880 euro) sulla carta Postepay di uno dei due imputati, mentre l’altro si è occupato materialmente dell’invio della merce.
f. m.