Tangenti in Motorizzazione, in aula. Prosciutti e polli per pagare i favori

In udienza preliminare hanno parlato alcuni testimoni e imputati, tra cui i tre principali protagonisti. Confronto fra Franchi e Barca. La verità di Caselli: "Solo regalie, nessuna mazzetta". Venerdì nuova udienza.

Tangenti in Motorizzazione, in aula. Prosciutti e polli per pagare i favori

Tangenti in Motorizzazione, in aula. Prosciutti e polli per pagare i favori

Non solo denaro, ma anche prosciutti e galline come pagamento per le revisioni ‘col trucco’. Un dettaglio emerso nel corso dell’udienza preliminare di ieri nell’ambito del procedimento sul presunto giro di mazzette in Motorizzazione. La mattinata e parte del pomeriggio sono state dedicate all’esame di alcuni testimoni e imputati. A prendere la parola sono stati anche i soggetti intorno a cui, secondo l’accusa, ruotava il giro: due dipendenti della Motorizzazione oggi licenziati, Cesare Franchi ed Edoardo Caselli, e il titolare di un’agenzia di pratiche auto, Alessandro Barca. Franchi e Barca hanno parlato davanti al gup Danilo Russo nella modalità del confronto tra di loro, mentre Caselli (difeso dall’avvocato Ciriaco Minichiello) ha scelto di essere interrogato.

Nel corso dell’esame (durato due ore) sono stati esaminati alcuni degli episodi che vengono contestati all’ex dipendente della Motorizzazione e le condizioni in cui operava. Secondo la linea difensiva, Caselli avrebbe ricevuto soltanto qualche regalia, ma nessuna tangente. In alcuni casi avrebbe anticipato la revisione nel caso ci fosse stato un posto disponibile, ma a titolo gratuito. Ha inoltre sostenuto che i decreti ministeriali indicassero di fare ciò che invece viene contestato come illecito dalla procura. Dai video, inoltre, non emergerebbe nulla per incastrarlo. "Il mio assistito – afferma l’avvocato Minichiello a margine dell’udienza – si è fatto quindici giorni di carcere per nulla. Quarant’anni di carriera coperti di fango".

Secondo l’impianto accusatorio, Franchi e Caselli, in cambio di denaro avrebbero fatto passare la revisione a mezzi pesanti che, in condizioni normali, non avrebbero mai potuto superarla. Barca, invece, avrebbe avuto il ruolo di intermediario tra i due funzionari e gli imprenditori del settore che volevano usufruire dei ‘servizi’. Così facendo, oltre 600 veicoli avrebbero superato la revisione senza i dovuti controlli, anche in presenza di gravi inefficienze. L’inchiesta non era rimasta circoscritta al nostro territorio ma si allargò a tutta Italia. La voce di quello che, secondo le contestazioni, accadeva negli uffici ferraresi della Motorizzazione si era infatti diffusa in tutto lo Stivale. Dei 72 imputati complessivi, diciannove hanno scelto il rito ordinario mentre gli altri si sono orientati su riti alternativi. Venerdì nuova udienza.

Federico Malavasi