Willy Branchi: proroga d’inchiesta per l'omicidio

Nel filone principale gli inquirenti hanno raccolto nuovi elementi. Negati gli atti a don Bruscagin per il processo per calunnia: nuovo rinvio

Don Tiziano Bruscagin in tribunale (archivio Businesspress).

Don Tiziano Bruscagin in tribunale (archivio Businesspress).

Ferrara, 18 marzo 2021 - L’inchiesta per l’omicidio di Vilfrido ‘Willy’ Branchi, il 18enne massacrato a Goro nel settembre del 1988, sta facendo passi avanti. A quanto si apprende, la procura avrebbe ottenuto una proroga di indagine e, negli ultimi mesi, sarebbero emersi nuovi e importanti elementi. In questa fase delicata il pubblico ministero Andrea Maggioni ha quindi deciso di non produrre atti di quel fascicolo nell’ambito del procedimento ‘parallelo’, quello che vede imputato l’ex parroco di Goro, don Tiziano Bruscagin. Il don, difeso dagli avvocati Milena Catozzi e Marcello Rambaldi, deve rispondere di calunnia ai danni di una famiglia del paese sulla Sacca. Presunte vittime delle parole del parroco sono due fratelli, Francesco e Alfredo Gianella, che si sono costituiti parte civile con l’avvocato Dario Bolognesi. Il prete, parlando con il Carlino , li aveva indicati come responsabili dell’omicidio e dell’occultamento del corpo di Willy insieme al padre Ido, oggi deceduto. Frasi che, nel 2014, permisero di riaprire l’inchiesta sul fatto di sangue. Un’indagine che oggi, nel suo troncone principale, conta due indagati con l’accusa di omicidio e che si starebbe avvicinando a un momento di svolta. Al punto, verosimilmente, da non permettere di acconsentire alle richieste dei legali del prete i quali, nel corso dell’udienza precedente del procedimento ‘secondario’, avevano chiesto la produzione di alcuni atti del fascicolo principale. Documenti al momento coperti da segreto e che, secondo alcune interpretazioni, non sarebbe opportuno rendere noti in questa specifica circostanza.

L’udienza preliminare per la calunnia è quindi andata avanti con alcuni duelli in punta di diritto, al fine di stabilire quale strada processuale imboccare. Dopo aver soppesato l’ipotesi di un rinvio di alcuni mesi, magari per permettere alle indagini del filone principale di giungere a conclusione, si è deciso per un rinvio breve. Una settimana, nel corso della quale la difesa di don Bruscagin dovrà decidere se farsi processare con il rito abbreviato oppure discutere l’udienza preliminare, giocandosi così il proscioglimento o il rinvio a giudizio. Il caso tornerà quindi in aula il 26 marzo per la decisione finale.

"Abbiamo scoperto con soddisfazione che c’è una proroga di indagine per l’inchiesta principale e che si stanno raccogliendo elementi di estrema rilevanza che impediscono la discovery richiesta in udienza – è il commento dell’avvocato Simone Bianchi, parte civile per la famiglia Branchi –. Per quanto riguarda il procedimento per calunnia, noi siamo qui per vigilare su quello che succede e quindi non ci siamo opposti alla richiesta di rinvio dell’udienza. La nostra istanza è comunque sempre una: verità e giustizia".