Buskers Ferrara, l’ideatore Bottoni: "Suonando la sera gli artisti hanno più tempo per conoscere la città"

Il fondatore e presidente onorario: "Il caldo? Non aiuta molto... Abbiamo ricordato il nostro caro Andrea Scabbia: Poltronieri ne ha improvvisato un’imitazione perfetta che ha commosso tutti"

Alcuni momenti del Buskers festival per le piazze e le vie del centro di Ferrara

Alcuni momenti del Buskers festival per le piazze e le vie del centro di Ferrara

Ferrara, 25 agosto 2023 – Sono già trascorse tre serate: l’anteprima comacchiese e le due ferraresi. La trentaseiesima edizione del Ferrara Buskers Festival è ormai a metà strada. In questi giorni, gli spettatori si stanno trovando immersi in un’atmosfera musicale diversa grazie all’esibizione di 52 formazioni buskers da tutto il mondo. Tra i tanti artisti, è stato già segnalato il grande ritorno del duo rock polistrumentista Daiana Lou, tra gli artisti indipendenti più attivi di Berlino. Prima apparizione, invece, per il diciannovenne Simon Evans - tra i più giovani artisti ad esibirsi al Ferrara Buskers Festival dopo tanti anni da spettatore, insieme ai suoi genitori. Attesa esibizione, solo il 23 sera, anche per i Cinque Uomini sulla Cassa del Morto, con il loro spettacolo incentrato sui loro brani, accompagnati da chitarre acustiche, tastiere, violino, ukulele, basso, batteria e frequenti momenti corali. A sorpresa, si è esibito con loro anche Stefano Bottoni, ideatore del festival, che ha voluto ricordare Andrea Scabbia, ospite fisso del Buskers Festival scomparso un paio di mesi fa. Questa sera si replica, con inizio delle esibizioni dalle ore 20 alle 24 e con il DopoFestival di Puedes, a Parco Massari, a partire dalle 24. Idem dicasi per domani, sabato 26. Domenico 27, invece, il festival inizierà alle 17 e finirà alle 21.

Stefano Bottoni, ideatore del Ferrara Buskers Festival, come stanno andando questi primi giorni di festival?

"Diciamo che la temperatura aiuta e non aiuta. Sicuramente c’è bel tempo, ma il caldo non è l’ideale per le esibizioni: quelle canore sono limitate vocalmente. Non favorisce neanche l’affluenza di pubblico. Ho, però, notato una differenza fondamentale rispetto alle edizioni in cui i musicisti suonavano di pomeriggio…".

Ovvero?

"Che prima trascorrevano la mattinata nella camera d’albergo per riposarsi, quindi suonavano, cenavano e poi tornavano in albergo. Adesso la musica (in tutti i sensi) è cambiata: suonano di sera, quindi hanno tutta la giornata libera per entrare in sintonia con Ferrara".

Quindi gli artisti vanno nei musei?

"Oggi mi hanno fatto molte domande sulla Cattedrale, ma io li ho indirizzati soprattutto a Palazzo dei Diamanti e alla bella mostra del fotografo Guido Harari. Con tutta la musica che Harari ha fotografato, la mostra interessa indirettamente anche i Buskers. Insomma, il casting del festival si sta inserendo nella città d’arte. Sono andato a prendere in aeroporto un musicista australiano, alla prima volta in Europa. Aveva già fatto delle ricerche su Ferrara e mi ha chiesto indicazioni su San Giorgio e sul primo insediamento nel nostro territorio: vuole conoscere le origini del luogo in cui deve suonare".

È un aspetto importante anche per la città.

"Sì, anche se detto da me può sembrare di parte. Sinceramente? Non avrei mai pensato di inventarmi una baraonda del genere. Ieri sera ero in un angolino ad ascoltare i Daiana Lou. Loro se ne sono accorti e hanno chiesto un applauso per me. Ero imbarazzato, ma è inutile fare falsa modestia. Sono stato al gioco dell’ospite. ‘I timidi non hanno fortuna in amore’, no? Ricordo che 36 anni fa, il sindaco Soffritti mi disse che non avrei mai trovato un musicista disposto a venire a Ferrara senza essere pagato, ma il musicista che suona alla stazione di Amsterdam, viene pagato dal comune di Amsterdam?".

Ecco. Parliamo di artisti. Ce n’è qualcuno che la colpisce particolarmente?

"Non saprei, ieri sera (mercoledì sera per chi legge, ndr.) ne ho sentiti quattro o cinque. Ma vede, questo festival è come l’arca di Noè. Non che io sia come Noè, per carità… ma il Buskers mette insieme tante creature animali, tante bestie da palcoscenico. Durante il Covid abbiamo anche pensato di sospendere. Fortuna che non lo abbiamo fatto… dobbiamo ringraziare i musicisti che vengono qui da sempre, senza il cachet. Ecco perché è importante la moneta, l’offerta".

Durante la prima serata si è esibito anche lei. Ha ricordato Andrea Scabbia (il bidello busker di Ferrara amato da tutti, da poco scomparso), insieme ai Cinque Uomini sulla Cassa del Morto.

"A causa di un passato difficile, ho sviluppato la convinzione che se mi vengono in mente delle idee, devo metterle in pratica. Dovevamo ricordare il nostro caro Andrea Scabbia, che già a settembre veniva in sede senza dire buongiorno o buonasera, con la sua ‘r’ mancante, per accreditarsi per l’edizione successiva. Mercoledì sera, Poltronieri ne ha improvvisato un’imitazione perfetta, che ha fatto scendere la lacrima a tutti".

E perché coi Cinque Uomini?

"Perché loro lo conoscevano. Era un personaggio che non passava inosservato. Cantava in croato e aveva una sua sensibilità. Ho detto a Sergio Rossoni che avrei cantato per Scabbia: si è unito lui e si è voluto unire anche Poltronieri. Ho chiesto al pubblico se qualcuno lo conoscesse: tutti hanno alzato la mano. Si è creata un’energia incredibile: a una signora è scesa una lacrima. Il nostro festival è anche questo".