QUINTO CAPPELLI
Cronaca

Castellaccio di Rocca, al via un nuovo stralcio

Con l’arrivo di 500mila euro stanziati dalla Regione riprenderanno i lavori sul monumento simbolo del paese. Il sindaco: "Fine cantieri entro il 2026".

L’antico Castellaccio di Rocca San Casciano

L’antico Castellaccio di Rocca San Casciano

Grazie all’arrivo dei 500mila euro stanziati dalla Regione, in base a fondi europei destinati alle aree interne e la montagna, il Comune di Rocca San Casciano aprirà il terzo lotto di un cantiere che porterà al restauro scientifico e al consolidamento strutturale del Castellaccio, ovvero di ciò che resta della suggestiva rocca medievale che anticamente fu all’origine del nome al paese.

Commenta il sindaco di Rocca Marco Valenti: "Come Comune adesso aspettiamo la concessione per la progettazione con un incarico esterno per poi affidare i lavori che devono essere realizzati e rendicontati entro la fine del 2026". Aggiunge ancora il primo cittadino: "Si tratta certamente di un bel risultato che riporta all’attenzione della sensibilità nazionale un nostro monumento, cui tutti i rocchigiani sono affezionati, non solo per il valore storico, come origine del paese, ma anche per le prospettive culturali e turistiche degli sviluppi futuri, una volta completata la ristrutturazione dell’immobile, diventando il Belvedere sul paese e la vallata del Montone".

Si sono susseguite le legislature e, nel corso del tempo, diverse amministrazioni comunali hanno posto la loro attenzione sulla rocca, prima procedendo con l’acquisto dell’edificio, ormai in stato di rudere, e poi con la ristrutturazione di ciò che è rimasto del castello (affidata ad Arx Sassatica e poi Arx Sancti Cassiani) intorno al quale è sorto il paese.

In particolare l’amministrazione guidata dall’allora sindaca Rosaria Tassinari (attualmente deputata di Forza Italia) si è occupata di due lotti di lavori per mettere in sicurezza ciò che resta della struttura medievale, un’operazione avvenuta dopo che un gruppo di giovani volontari del luogo aveva intrapreso una campagna di pulizia da rovi, cespugli e arbusti che coprivano soprattutto la mura portanti delle fondamenta e della cinta muraria, diventate impraticabili.

Attualmente il monumento appare in tutto il suo fascino, specialmente quando è illuminato nelle ore notturne, tanto che nella classifica dei ’Luoghi del cuore’ del Fai di qualche anno fa, la struttura si è classificata al 500 posto a livello nazionale, proprio grazie ai voti assegnati da chi, cliccando sul sito del Fondo dell’Ambiente Italiano, ha dimostrato di tenere particolarmente alla tutela di quell’area.

Nel 2020 è stato pubblicato anche il libro ‘Rocca San Casciano. Terra di castelli’, Edit, Faenza, VIII Quaderno del Museo, ovvero del Museo Tradizioni Acquacheta, fondato da Giorgio Zauli, che ne è ancora presidente e autore del libro, insieme al giovane Matteo Bresciani, laureato in ingegneria civile ambientale presso l’Università Telematica Internazionale Uninettuno di Roma, con la tesi ‘Il ruolo delle architetture fortificate nella evoluzione di aree urbane: il caso del Castellaccio di Rocca San Casciano’. Nel medioevo il Castellaccio appartenne ai Traversari di Ravenna e ai Calboli, la famiglia guelfa nobiliare che nei secoli si contese il dominio di Forlì con i ghibellini Ordelaffi.