Codice ‘anti burocrazia’ "Un aiuto per il settore"

L’assessore Paola Casara spiega il radicale intervento sul testo comunale per le attività economiche: "Era tutto da rifare per armonizzare le tante norme".

Codice ‘anti burocrazia’  "Un aiuto per il settore"

Codice ‘anti burocrazia’ "Un aiuto per il settore"

di Matteo Bondi

La revisione del Codice VI, il testo unico per la regolazione delle attività economiche, è stato presentata in seno alla commissione comunale lo scorso martedì e presenta un vero e proprio rifacimento di tutto il Codice. "Ho voluto mettere mano a tutto – afferma l’assessore alle attività economiche Paola Casara –, anche se si è trattato di un lavoro molto lungo, che infatti è durato più di un anno, proprio per fare le cose fatte bene. Il Codice aveva bisogno di essere rivisto in tutte le sue parti, per poter essere armonizzato con i vari regolamenti che abbiamo istituito nel frattempo e con la ferma intenzione di renderlo chiaro e trasparente. Lo abbiamo semplificato, andando ad abrogare vari articoli ormai obsoleti e definendo meglio ciò che era interpretabile, andando così a togliere motivi di conflitto fra i titolari di attività e gli eventuali controllori".

Un tentativo di sburocratizzazione che è stato riconosciuto anche dalle associazioni di categoria, che sono state coinvolte dagli uffici comunali in questo anno di lavoro nel corso di decine di incontri. "Un Codice che ha portato a un efficientamento del tema della burocrazia – afferma Alberto Zattini, direttore di Confcommercio –. Ovvio che poi i miracoli non li fa nessuno, ma il lavoro è stato fatto. Se da un lato però vediamo che il Comune si muove, riscontriamo grossi problemi con la Soprintendenza ai Beni Architettonici, che ha un atteggiamento sulle questioni che riguardano le dinamiche delle aziende a dir poco imbarazzante. Molte attività che si svolgono in luoghi dove gravano vincoli della Soprintendenza si trovano in grosse difficoltà a interloquire con gli uffici di questa: tempi di risposta enormemente dilatati, disposizioni allucinanti".

In merito alle novità del Codice VI, "è stata istituita la figura del direttore del mercato – spiega Zattini –, in maniera da poter interloquire con una persona per andare a risolvere i problemi che si possano presentare. Una norma che dovrebbe semplificare la risoluzione di problemi".

Una norma che era saltata subito all’occhio in sede di presentazione in commissione, era la possibilità per estetisti e parrucchieri di svolgere la propria attività anche a domicilio. "Una possibilità già prevista – precisa Gianluigi Bandini di Confartigianato Forlì – nel vecchio Codice, ma solo per casi di malattia o impedimento fisico del cliente. Per esempio, per i matrimoni questa possibilità non c’era. Adesso sì. Ovvio che deve essere un’attività saltuaria. Il lavoro principale deve essere quello del salone. E’ stata poi introdotta una norma che permette l’affitto di una porzione del salone di parrucchiere a estetisti e viceversa. Prima era possibile solo parrucchieri con parrucchieri o estetisti con estetisti". Il Codice VI adesso dovrà essere approvato dal consiglio comunale.