Gherardini: "Choc nella mia Turchia Anch’io riempio scatoloni di aiuti"

Il grande manager di basket vive da quasi 9 anni a Istanbul, nel paese distrutto dal sisma "Nel momento della scossa eravamo in pullman, non ce ne siamo accorti. Vedo molti piangere"

Gherardini: "Choc nella mia Turchia  Anch’io riempio scatoloni di aiuti"

Gherardini: "Choc nella mia Turchia Anch’io riempio scatoloni di aiuti"

di Stefano Benzoni

Maurizio Gherardini, forlivese classe 1955, dal maggio 2014 vive e lavora a Istanbul dove, dopo essere stato per otto stagioni General Manager del Fenerbahce, dall’estate 2022 è diventato ’Direttore generale per le operazioni di basket’ del prestigioso club turco.

Il catastrofico terremoto che ha colpito la Turchia ha solo materialmente sfiorato il noto dirigente sportivo romagnolo che però è pienamente coinvolto nel clima di emergenza ma anche di enorme solidarietà che si sta vivendo in questo momento in tutto il paese: "In questo momento l’aspetto sportivo passa decisamente in secondo piano. Ieri mattina abbiamo lavorato tutti insieme per riempire scatoloni con beni di prima necessità da inviare nelle zone colpite e questo tutti nel nostro club, dai giocatori, ai tecnici, ai dirigenti, agli impiegati dell’ufficio".

Dov’era lei al momento del sisma?

"Nel momento della scossa eravamo in pullman e non ci siamo accorti di niente e spiego perché. Domenica pomeriggio abbiamo giocato in campionato a Konya a circa 150 chilometri dalla zona del terremoto. Finita la partita vista la neve che stava cadendo sulla zona ed i venti fortissimi, il nostro volo di rientro è stato annullato, così siamo rientrati ad Istanbul in pullman dove siamo arrivati alle 4 del mattino. Sono andato subito a letto e al risveglio ho visto un gran numero di messaggi sul telefono. Ho capito che era successo qualcosa di grosso, ho acceso la televisione ed ho capito".

Com’è la situazione a Istanbul?

"Non ci sono stati nè danni, nè feriti, la situazione è normale ma ovunque si percepisce che c’è un paese sotto shock e quello che colpisce è che tutti hanno voglia e desiderio di fare qualcosa e di aiutare quella parte del paese visto che tutti hanno amici, parenti o conoscenti che ci vivono".

Anche nel vostro club?

"Ieri mattina quando sono entrato in ufficio ho visto Ilker, il responsabile del nostro ufficio stampa, in lascrime davanti alle televisione che trasmetteva le immagini in diretta. Mi ha detto che ha molti amici nella zona di cui non ha notizie. Lunedì ho portato tutto lo staff e tutti i ragazzi e le ragazze dell’ufficio a pranzo in una tavola calda ed il nostro responsabile medico con gli occhi rossi dal pianto mi ha mostrato sul telefonino il video di uno dei primi palazzi crollati e mi ha detto che lui è nato ed è vissuto a lungo in quello di fronte".

Storie che colpiscono.

"Mi ha chiamato Giovanni Guidetti, l’allenatore della squadra di volley dove gioca Paola Egonu, e anche loro stanno vivendo lo stesso nostro dramma. Ma in tutti, qui a Istanbul ma anche in tutte le zone della Turchia, c’è lo sforzo per aiutare, per mobilitarsi, per fare il possibile per una vasta zona del paese dove bene o male tutti hanno qualcuno di caro e di conosciuto. Pensate che qui a Istanbul alcuni supermercati che avevano organizzato delle raccolte di beni primari da inviare nelle zone del sisma sono stati quasi presi d’assalto ed hanno quasi esaurito le scorte".

Voi dovrete andare o siete già stati a giocare nelle zone colpite?

"Siamo già stati a giocare a Gaziantep, fra l’altro una gran bella città dove c’era un castello romano se non sbaglio del secondo secolo dopo Cristo che purtroppo è andato in briciole. Sono in contatto con il presidente ed il general manager del club che conosco bene e faremo il possibile per aiutarli. Ma questo è un sentimento che in queste ore accomuna tutto il popolo turco".