REDAZIONE FORLÌ

Il futuro della ricerca. Sarcomi, un nuovo studio per terapie più efficaci

Un percorso durato 3 anni, che vede l’Irst capofila, al quale hanno partecipato più di 20 professionisti, anche da Londra, in un’ottica multidisciplinare.

Un percorso durato 3 anni, che vede l’Irst capofila, al quale hanno partecipato più di 20 professionisti, anche da Londra, in un’ottica multidisciplinare.

Un percorso durato 3 anni, che vede l’Irst capofila, al quale hanno partecipato più di 20 professionisti, anche da Londra, in un’ottica multidisciplinare.

Trattamento dei sarcomi, uno studio dell’Irst ‘Dino Amadori’ Irccs di Meldola apre a nuove prospettive verso un futuro approccio terapeutico.

Uno studio durato tre anni, a firma dei ricercatori della Preclinic and Osteoncology Unit Irst, Silvia Vanni, Giacomo Miserocchi e Alessandro De Vita, cui hanno partecipato più di 20 professionisti tra biologi, farmacisti, patologi, chirurghi, oncologi. Lo studio si è sviluppato grazie alla stretta collaborazione multidisciplinare con l’anatomia patologica e la chirurgia maxillo-facciale dell’Ospedale Bufalini di Cesena (medici Massimo Bassi e Graziana Gallo), con l’anatomia patologica dell’Ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì (Federica Pieri), l’oncologia medica dell’Irst, l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna e The Royal Marsden di Londra, permettendo così ai ricercatori di concentrarsi sul ruolo di un biomarcatore appartenente alla classe delle cicline, il Cdk4, come fattore prognostico negativo nei sarcomi.

"Focalizzandosi su un tumore maligno molto aggressivo, il liposarcoma dedifferenziato, gli studiosi hanno dimostrato – precisano i curatori – una relazione tra l’espressione di Cdk4 e dove, nel corpo del paziente, si colloca il tumore. Il team di ricerca ha studiato un trattamento innovativo che vede l’impiego di un inibitore del Cdk4 (il palbociclib) seguito dall’antraciclina, il farmaco standard per il trattamento dei sarcomi".

"I risultati hanno dimostrato una maggiore efficacia rispetto al trattamento standard – concludono – e rispetto alla combinazione dei due farmaci, unitamente ad una tossicità ben tollerata nei modelli sperimentali. Un risultato promettente in vista di futuri passi verso la sperimentazione clinica".

Oscar Bandini