Libri, il salvataggio dall’alluvione: estratti dall’acqua e poi congelati uno a uno a Forlì

Ieri è iniziata l’operazione al seminario e all’archivio comunale di via Asiago: in campo volontari, una ditta che lavora gratuitamente e carabinieri specializzati

Forlì, 26 maggio 2023 – I libri antichi si salvano in una cella frigo: la tecnologia supporta la cultura per non perdere importanti testi del passato. L’acqua e il fango hanno inondato il seminterrato del seminario diocesano in via Lunga e tra i libri sommersi ci sono volumi di valore, che si possono salvare solo grazie al freddo.

Il recupero dei libri preziosi sepolti nel fango dell'alluvione
Il recupero dei libri preziosi sepolti nel fango dell'alluvione

Lo scenario che si apre alla vista è quello tipico di una zona allagata, dove Forze dell’ordine, Vigili del Fuoco, Soprintendenza e volontari si muovono con i volti segnati da una fatica piena di orgoglio, consapevoli di impegnarsi per portare in salvo un patrimonio storico e culturale che la città non si rassegna a perdere.

FOCUS / Sottozero anche i libri alluvionati di Ravenna

Ieri mattina è avvenuto il sopralluogo dei Vigili del Fuoco per la valutazione della sicurezza dell’edificio sede dell’Istituto superiore di scienze religiose e della biblioteca. Quindi il controllo di una cisterna di gasolio che aveva avuto perdite e la verifica dell’eventuale presenza di sostanze tossiche e della percentuale di ossigeno nella struttura. Dopo il via libera, il gruppo di volontari ha iniziato a selezionare e valutare i testi danneggiati, prima del momento del congelamento.

"Stiamo coordinando le squadre di volontari – spiega Pietro Livi, presidente della società ‘Frati & Livi’ di Castelmaggiore (Bologna) –. Si è formata una catena umana per salvare i libri della biblioteca. I testi vengono lavati, identificati, schedati e imbustati fino alla fase finale del congelamento, curata dall’azienda Orogel di Cesena (a -25 gradi): tutte le operazioni sono naturalmente supervisionate dalla Soprintendenza regionale dei beni culturali".

L’azienda bolognese è specializzata nel recupero di volumi e oggetti colpiti da calamità, lavora a Forlì a titolo gratuito ed è attiva nel settore dal 1975, con Pietro Livi che opera come restauratore da diversi anni. L’incaricato per i beni culturali della diocesi di Forlì-Bertinoro Claudio Giannelli spiega invece come la biblioteca del seminario "contenga migliaia di libri che stiamo cercando di mappare, con testi di pregio lasciati dai gesuiti. Un’opera lunga e impegnativa che richiederà tempo e fatica e che abbiamo iniziato a fare grazie ai 150 volontari che hanno già partecipato a un corso di formazione specifico. Un primo nucleo di persone che mi auguro aumenti e che lavorano su due turni, con circa 40 elementi al mattino e altrettanti il pomeriggio".

Fra i volontari c’è Francesca Ture, 28 anni, un’archeologa forlivese che si è presentata "per contribuire a salvare un patrimonio unico e mi fa piacere vedere la mobilitazione collettiva che si è creata qui in seminario". Sono circa 40 gli uomini e donne che armati di stivali, guanti e senso civico offrono il proprio tempo per una giusta causa. Tra questi Nicolò Quadrelli, 27 anni, insegnante part-time di matematica, che quando ha saputo che c’era bisogno di aiuto si è "presentato subito perché la conoscenza è un patrimonio e noi giovani dobbiamo impegnarci a conservarlo". Gli fa eco Silvana Collini, 63 anni, di Forlimpopoli che nei giorni scorsi ha lavorato per liberare le abitazioni dall’acqua, poi "ho pensato che la cultura vada tutelata e mi sono messa a disposizione".

Anche l’archivista in pensione Luciano Ravaioli, 70 anni, forlivese, ha risposto all’appello frequentando il corso di formazione per operare con correttezza sui volumi spinto "dall’amore per i libri che sono stati i miei compagni di viaggio durante il periodo lavorativo e trasmettono una memoria da conservare con cura". Presente nell’area anche il nucleo Carabinieri per la tutela del patrimonio di Bologna: "Stiamo operando in coordinamento con il Ministero della cultura – spiega il comandante Giuseppe De Gori – e la nostra attività di salvaguardia dei beni si attiva sempre per proteggere i ‘tesori’ da tramandare ai posteri".

Ieri poi i tecnici si sono spostati anche alla Cava, nella zona di via Asiago dove c’è l’archivio comunale. "Quelli che sono intervenuti ieri – scrive in una nota il sottosegretario Lucia Borgonzoni, che nei giorni scorsi aveva visitato i luoghi danneggiati in città – sono i ‘Caschi Blu’ della Cultura. Consegnato il materiale necessario alla messa in sicurezza del patrimonio culturale danneggiato".

I caschi blu della cultura

Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano parla della task force ministeriale istituita per operazioni di salvaguardia del patrimonio culturale minacciato: "Quello dei Caschi Blu della Cultura è il primo atto di una serie di iniziative a sostegno della cultura in Emilia Romagna. Ora avviamo un monitoraggio dettagliato dei danni poi partiamo con gli interventi". I caschi blu hanno inviato - informa il Mic - materiali e attrezzature indispensabili per le primissime operazioni di messa in sicurezza del patrimonio culturale danneggiato dall'alluvione in Emilia Romagna. Tra questi, un'idropulitrice, una pompa sommersa, un serbatoio per acqua pulita, un compressore, cassette per il trasporto del materiale bagnato, sacchetti in plastica, teli, pennelli e i dispositivi di protezione individuale e di lavoro, quali guanti, camici e tute.