Forlì-Cesena, i conti in rosso dell’Ausl: "Si allungheranno le liste d’attesa, a rimetterci sono i pazienti"

Il presidente dell’Ordine dei medici di Forlì-Cesena, Michele Gaudio: "La situazione è preoccupante, prevedo tagli drastici. I soldi del Pnrr? Non si sono visti. Deve cambiare il pensiero politico"

Michele Gaudio, presidente dell’Ordine dei medici di Forlì-Cesena (Frasca)

Michele Gaudio, presidente dell’Ordine dei medici di Forlì-Cesena (Frasca)

Forlì, 20 marzo 2023 – Michele Gaudio, presidente dell’ordine dei medici di Forlì-Cesena, l’assessore regionale alla Sanità Raffele Donini, costretto a guardare in faccia il problema dei conti in rosso, ha lanciato un appello a tutte le Ausl dell’Emilia-Romagna chiedendo loro di tagliare le spese. Cosa succederà ora?

"La situazione è preoccupante. Le Ausl erano già state chiamate a risparmiare già diversi anni fa, ben prima della pandemia, e ora non c’è più margine di risparmio: le uniche possibilità sono tagli drastici".

A cosa?

"A tutto: strumentazione, personale, assistenza… Con la conseguenza che le liste d’attesa di allungheranno, si acuirà il problema della mancanza di medici e personale".

Su cosa si era risparmiato, gli anni scorsi?

"Non sono una novità i blocchi al turnover del personale, oppure le riduzioni dei posti letto. Oggi siamo tra le nazioni europee con la minor percentuale di posti letto per numero di abitanti. Quando, anni fa, furono ridotti per la prima volta i posti letto, sembrava si trattasse di una soluzione semplice e indolore. La verità è che per fare una riduzione del genere ci vuole un attimo, mentre per le reintegrazioni serve un’eternità. Allora l’abbiamo chiamato ‘efficientamento’, ma ora ci rendiamo conto che era solo una parola edulcorata per parlare di tagli".

I nodi sono venuti al pettine durante la pandemia.

"Sì. Molte scelte fatte in passato non hanno tenuto conto di esigenze che poi sono emerse e non mi riferisco solo al Covid, ma anche all’invecchiamento della popolazione e a una richiesta di salute da parte dei cittadini che non siamo più in grado di soddisfare nel migliore dei modi".

La pandemia ha contribuito a svuotare le casse dell’Ausl?

"Certamente, è stata determinante. Abbiamo avuto spese eccezionali nelle quali non siamo riusciti a rientrare e oggi l’azienda fa i conti con un passivo spaventoso. Va detto, però, che in queste circostanze non siamo in grado di fare tagli senza che poi non siano i pazienti a rimetterci".

Nei periodi più duri della pandemia l’opinione pubblica e la politica nazionale si erano particolarmente sensibilizzate circa la necessità di investire sulla sanità. È cambiato qualcosa da allora?

"In quel periodo medici e personale sanitario erano dipinti come eroi. Sono stati fatti tanti buoni propositi, ma poi è bastato ben poco tempo perché venissimo dimenticati da tutti e nuovamente abbandonati".

Il Pnrr potrebbe aiutarvi a uscire da questa situazione critica?

"Da mesi si parla del Pnrr, ma questi fondi ancora non si sono visti. Non mi sento di contare particolarmente su questa misura".

Quali soluzione vede?

"Sono molto onesto: non vedo soluzioni sul breve termine. Viviamo una debacle completa e non ci sono uscite rapide, a meno che non cambi radicalmente il pensiero politico sul tema della sanità pubblica".