
Logopedia, lunghe liste d’attesa Prima visita, 165 bambini in coda
La capogruppo regionale di Forza Italia, Valentina Castaldini, ha depositato ieri un’interrogazione per chiedere chiarimento alla Regione in merito alla prolungata attesa di 165 pazienti prediatrici che, a Forlì, devono avere ancora una prima valutazione del disturbo di apprendimento e del linguaggio.
Il quadro forlivese nello specifico: "All’Unità operativa di neuropsichiatria infanzia e adolescenza, dove operano 15 logopediste, a fine luglio risultano 91 i pazienti in età pediatrica in attesa di una prima valutazione del disturbo di apprendimento – si legge in una nota della consigliera – e 74 per il disturbo del linguaggio. In carico al servizio ci sono 482 persone; ogni logopedista ha in carico 32 pazienti e calcolando le assegnazioni si ha un numero massimo di 480 mutuati".
Rimarca Castaldini: "Appare evidente come non sia possibile per questi professionisti occuparsi di altri pazienti pediatrici, in quanto la capienza è stata superata. La difficoltà ad accedere a una prima valutazione del disturbo dell’apprendimento e del linguaggio causata da una lista d’attesa corposa, porta diverse famiglie a rivolgersi alla sanità privata".
La consigliera porta alla ribalta un problema diffuso quello delle lunghe liste d’attesa per accedere al servizio sanitario nazionale con la conseguenza di un ricorso massiccio alla sanità privata per chi può permetterselo.
"Chi non ha le risorse deve aspettare procrastinando la diagnosi e il trattamento dei disturbi, col rischio di accrescerli e di richiedere un trattamento più lungo, complicato e con risultati meno certi". conclude Castaldini. La Neuropsichiatria infantile si trova negli edifici di via Colombo (zona Portici) e ha il compito di prendersi cura di bambini e ragazzi, da 0 a 18 anni, con patologie neurologiche e disturbi psichici. Contattato dal Carlino, il distretto forlivese dell’azienda sanitaria romagnola, ha preferito non replicare: i dati relativi al servizio di logopedia pediatrica saranno forniti direttamente alla Regione, che dovrebbe poi divulgarli in risposta all’interrogazione.