REDAZIONE FORLÌ

Marcia della Pace. Si parte dentro il carcere: "È un segno di speranza"

Il 1° gennaio dalle 15.30 alle 17.30: insieme al vescovo Livio Corazza un momento di preghiera all’avvio e poi la messa all’arrivo in Duomo.

Il 1° gennaio dalle 15.30 alle 17.30: insieme al vescovo Livio Corazza un momento di preghiera all’avvio e poi la messa all’arrivo in Duomo.

Il 1° gennaio dalle 15.30 alle 17.30: insieme al vescovo Livio Corazza un momento di preghiera all’avvio e poi la messa all’arrivo in Duomo.

Mercoledì 1° gennaio si terrà la tradizionale Marcia della Pace, in concomitanza con la giornata mondiale. Quest’anno, a Forlì, l’evento si distingue per alcune importanti novità, tra cui la partenza dal carcere e il legame con il Giubileo, per un profondo cammino di riflessione, speranza e integrazione. Quest’anno la Marcia pone l’accento su temi cruciali: la remissione del debito personale e dei Paesi poveri; il rispetto per la vita umana; l’eliminazione della pena di morte e l’educazione come pilastro e strumento di pace e sviluppo.

"Il carcere va considerato come una porta di speranza – ha detto il vescovo Livio Corazza, invitando a un maggiore impegno verso le persone detenute e le loro necessità spirituali e materiali –. Partire dal carcere significa mettere al centro chi vive in situazioni difficili, per costruire un cammino di fiducia e integrazione". Il carcere, percepito come luogo di punizione, sarà reinterpretato come spazio di redenzione, speranza e cammino verso una nuova vita. Per questo, il percorso della marcia comprenderà un’entrata simbolica nel carcere. Quattro detenuti – autorizzati e accompagnati – parteciperanno all’evento, un gesto che testimonia il desiderio di inclusione e dialogo.

Don Enzo Zannoni, da 11 anni cappellano della casa circondariale di via della Rocca (nella foto, a destra, con il vescovo Corazza), ha evidenziato le difficoltà logistiche legate all’organizzazione in un contesto complesso come il carcere, ma ha espresso grande soddisfazione per la partecipazione e il coinvolgimento dei detenuti. "Molti di loro si sono avvicinati alla fede attraverso momenti di ascolto e condivisione".

Luciano Ravaioli, direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro, ha illustrato l’itinerario: il vescovo presiederà un momento di preghiera nella cappella del carcere alle 15; poi, i delegati del carcere incontreranno i partecipanti alla marcia per condividere un messaggio di speranza e fiducia. Il percorso farà tappa presso il Municipio, dove il messaggio del Papa verrà consegnato al sindaco Gian Luca Zattini. Infine, davanti alla Prefettura, il prefetto di Forlì-Cesena Rinaldo Argentieri consegnerà un documento del Ministero degli Interni per farlo firmare dalle diverse comunità religiose del territorio, un gesto simbolico per sottolineare l’importanza del dialogo. La giornata si concluderà con l’ingresso in Cattedrale, dove Corazza celebrerà la messa alle 17.30.

Matteo Camorani, vicedirettore della Caritas di Forlì-Bertinoro, ha descritto l’operato della Caritas in tema di riduzione del debito e sostegno alle famiglie in difficoltà. "Tra le iniziative, il Fondo di Solidarietà, attivo dal 2009, e il Microcredito Sociale, introdotto dopo l’alluvione, strumenti concreti per aiutare persone e nuclei familiari. Inoltre, l’Emporio della Solidarietà, un supermercato basato su un sistema di crediti, che assiste oltre 600 famiglie, garantendo supporto a 2500 beneficiari, di cui 800 minori".

La Marcia della Pace non è solo un momento di preghiera, ma anche un richiamo all’azione e alla consapevolezza verso le problematiche sociali. Attraverso la collaborazione tra istituzioni civili e religiose, e il coinvolgimento di cittadini, si vuole promuovere un cammino condiviso verso una società più giusta e solidale. Nel segno della speranza e dell’impegno comune.

Pietro Pace