Mostra osè in chiesa a Carpi. Minutillo si oppone all’archiviazione

L’avvocato forlivese ancora contro mons. Castellucci: "Il vilipendio è aver messo l’opera sull’altare"

Mostra osè in chiesa a Carpi. Minutillo si oppone all’archiviazione

Mostra osè in chiesa a Carpi. Minutillo si oppone all’archiviazione

C’è anche monsignor Francesco Cavina, già vescovo di Carpi, tra i testimoni indicati dall’avvocato Francesco Minutillo di Forlì, difensore delle persone o offese che hanno depositato esposto per le opere della mostra ‘Gratia Plena’ di Andrea Saltini, da loro considerate ‘blasfeme’ in mostra al Museo diocesano della città emiliana. Giovedì mattina il legale ha depositato "l’atto di formale opposizione alla richiesta di archiviazione formulata dalla Procura di Modena nel procedimento penale ove sono indagati l’Arcivescovo di Modena, ovvro il forlivese monsignor Erio Castellucci, l’artista Andrea Saltini e i curatori della mostra don Bellini e Cristina Muccioli, per l’ipotesi di reato di vilipendio".

Nell’atto di 35 pagine l’avvocato Minutillo ha contestato innanzitutto la condotta della procura emiliana: "Sono rimasto basito quando ho fatto accesso al fascicolo della procura – afferma il legale forlivese – e ho constato come non sia stata svolta alcuna attività di indagine. Una condotta foriera di valutazioni erronee sia sui fatti che in diritto. La procura ha valutato le opere solo in ragione della libertà di pensiero, senza considerare il luogo di esposizione, una chiesa consacrata, e che l’opera più blasfema sia stata collocata di fronte all’altar maggiore. Proprio questa scelta, compiuta anche dalla diocesi, ha maggiormente indignato e offeso i fedeli e costituisce il reato di vilipendio. Su questa circostanza – conferma Minutillo – abbiamo indicato, a persona informata sui fatti, tra gli altri anche monsignor Francesco Cavina, già Vescovo di Carpi".

Il legale fa poi riferimento a "ulteriori elementi assolutamente inediti. In primo luogo la registrazione audio di una visita guidata alla mostra, il 3 marzo, nella quale "l’incaricata diocesana alla domanda se il quadro rappresentasse un atto sessuale rispondeva: ‘Beh, potrebbe, del resto quello di provocare è uno degli intenti dell’artista’. Inoltre abbiamo chiesto l’acquisizione delle recenti dichiarazioni del vicario monsignor Ermenegildo Manicardi rese a TVQui Modena, in cui dichiara ‘Ammettiamo che INRI-Longino sia equivoco’, raccontando come la Curia avesse già ricevuto contestazioni di blasfemia della mostra ancor prima dell’apertura".