VALENTINA PAIANO
Cronaca

Orfeo ed Euridice, il mito a teatro. Voce e corpo: il potere degli attori

Gli alunni della Croce hanno assistito allo spettacolo con Liliana Letterese e Andrea Lugli al ’Piccolo’ "La narrazione ci ha emozionato grazie alla messa in scena, senza bisogno di effetti speciali" .

Gli alunni della Croce hanno assistito allo spettacolo con Liliana Letterese e Andrea Lugli al ’Piccolo’ "La narrazione ci ha emozionato grazie alla messa in scena, senza bisogno di effetti speciali" .

Gli alunni della Croce hanno assistito allo spettacolo con Liliana Letterese e Andrea Lugli al ’Piccolo’ "La narrazione ci ha emozionato grazie alla messa in scena, senza bisogno di effetti speciali" .

Il 6 dicembre 2024 noi ragazzi della classe 2ªN della scuola Benedetto Croce siamo andati al teatro ’Piccolo’ per assistere allo spettacolo ’Orfeo ed Euridice’, una produzione Accademia Perduta/Romagna Teatri. Su un palcoscenico vuoto, privo di oggetti, pannelli o arredi, due attori, un uomo e una donna, rappresentavano più personaggi, usando il cambio della voce e il linguaggio del corpo. L’attrice era vestita con una gonna nera e una camicetta bianca, lui aveva dei pantaloni neri, una camicia bianca e una giacca nera. Entrambi erano scalzi per riuscire a danzare ed essere armoniosi. Lo spettacolo non aveva una vera scenografia, poiché c’era uno sfondo tutto nero e privo di effetti speciali; solo qualche luce illuminava i movimenti, ogni tanto una musica di sottofondo caratterizzava i momenti importanti e significativi della narrazione. L‘interpretazione era l’unica protagonista per far sì che il pubblico sfruttasse più l’immaginazione e la fantasia. Confrontandoci tra di noi, forse qualcuno avrebbe preferito maggiori cambi di costumi o sfondi fantasiosi; ma i movimenti degli attori, i passi di danza, il timbro di voce, la musica di sottofondo, a volte forte, altre debole e ammaliante, hanno reso emozionante l’interpretazione del mito.

Ci è piaciuto molto perché siamo riusciti ad entrare nella storia e le emozioni dei personaggi ci hanno commosso e divertito grazie ad un’ottima interpretazione e all’uso dello spazio teatrale. La scena in cui Orfeo ed Euridice si muovevano in sincronia usando delle torce è stata la nostra preferita, perché ne abbiamo apprezzato l’agilità, l’eleganza e la complicità tra i due. Inoltre noi eravamo tra le prime file e poter vedere da vicino i volti così espressivi dei due attori ci ha fatto riflettere sul lavoro che c’è dietro una recita, e su quanto devono prepararsi per poter raccontare una storia e dei sentimenti solo tramite un corpo e un volto.

Un ragazzo di nome Orfeo, cantore e poeta capace di ammaliare con la sua lira e la sua voce ogni creatura, si innamora di una ninfa di nome Euridice. Un giorno però, lei viene morsa da una vipera in un prato e muore. Orfeo impazzisce dal dolore e vuole recuperarla nell’Aldilà. Qui incontra Ade, che gli pone una condizione per riavere la sua amata: lungo il percorso del ritorno, Orfeo, camminando davanti, non si sarebbe mai dovuto voltare indietro per guardarla. Il patto stabilito, però, non viene rispettato perché il magnifico cantore, credendo di essere stato ingannato e quindi di non avere la sua amata, si gira per guardarla e così lei sparisce nel nulla. I due innamorati si perdono per sempre. Gli attori sono stati davvero bravi ad interpretare l’amore che c’era in vita tra i due: giravano, volteggiavano sul palco, intrecciando i loro corpi e dai loro visi abbiamo compreso quanto si amassero. Poi il dolore: Orfeo, ovvero l’attore, si contorce dalla disperazione ed è disposto ad andare fino nell’oltretomba.

In realtà il finale è molto triste e anche a teatro ci siamo immedesimati in questo sentimento. Ma il lieto fine non ci può essere sempre e anche Orfeo si dimostra un uomo con le sue debolezze e commette un errore. I messaggi del mito di Orfeo ed Euridice sono tanti: l’amore molte volte è infinito, infatti il cantore sfida gli inferi per la sua amata, ma allo stesso tempo il destino è più forte di tutto e non è possibile sfuggire ad esso. Ci ha colpito la tenacia con cui Orfeo vuole raggiungere il suo obiettivo, ovvero riavere la sua Euridice.

In classe avevamo già letto questa triste storia e vederla recitata ci ha colpito tanto. Anche il tema della musica come incantatrice ci è piaciuto molto, perché tutti noi spesso siamo come ’rapiti’ dalla melodia degli strumenti e in classe ci sono anche tanti alunni che ne sanno suonare diversi. Lo spettacolo, interpretato da Andrea Lugli e Liliana Letterese, regia di Roberto Anglisani, ci ha emozionato con la sua potente narrazione che non ha avuto bisogno di effetti speciali, ma solo di parole e gesti.

classe 2ªN