
L’artista David Chan durante il laboratorio di pittura con il ghiaccio
Maestro David Chan, che cosa l’ha colpita in particolare di Portico di Romagna? "Il fatto che è un paradiso in mezzo alla natura, al verde degli alberi, ai colori dei fiori nei borghi medievali, al cielo limpido, ai monti che fan da corona al paese e alla gente accogliente, simpatica e apparentemente disordinata, ma fondamentalmente libera, a confronto la mia Hong Kong, dove son nato 75 anni fa e dove vivo, scompare".
Perché dice questo? "A Hong Kong vedo solo grattacieli confusi da una nebbia continua di smog che copre perfino il sole. A Castrocaro, Portico e nella valle del Montone, invece vedo case a dimensione umana, immerse nel verde della natura, con fiori alle finestre e lungo le vie. Vedo il cielo limpido nell’aria pura. Portico è un vero paese italiano, di una bellezza unica, come mi aveva raccontato l’amica Francesca Alfano di Castrocaro quando mi ha proposto per la prima volta di recarmi in questi luoghi".
Qual è la caratteristica che ai suoi occhi risulta più affascinante? "Vivendo qui, in questo paradiso, anche se per soli tre giorni, ho perso davvero il senso del tempo".
E i rapporti con la gente del posto che ha avuto modo di incontrare, invece, come sono? "Le persone qui sono vere, autentiche. Libere. Il contrario dei 7milioni e mezzo degli abitanti di Hong Kong, che corrono, corrono, senza mai vedere il cielo limpido e il sole dall’aurora al tramonto. Il paradiso di Portico, di Castrocaro e di tutti i paesi italiani consiste nel vedere il cielo ogni giorno: il cielo, il cielo. E poi anche il paesaggio, tutto verde, i giardini con una straordinaria cura dei fiori e gli orti che danno i prodotti per la tavola".
A questo proposito, come trova il cibo italiano e della Romagna in particolare? "E’ fantastico, eccellente e buonissimo. Se ad Hong Kong chiedi del formaggio, non sai che cosa mangi e nemmeno che gusto ha. In Italia e nella vostra bella Romagna, invece, ogni cibo ha il suo sapore, ogni piatto ha la sua storia e una lunga tradizione, che si tramanda nelle case, in famiglia, di generazione in generazione".
Maestro, perché nella sua arte la natura riveste un’importanza così grande? "Direi che la mia arte si base per la maggior parte sulla natura, come ho scritto anche in un mio libro. La natura è libera, non controllata. Ecco perché tutti – e tutte le culture in dialogo – dobbiamo vivere in armonia nella natura, che ci dona la felicità".
E che cos’è secondo lei la felicità? "Bere un caffè italiano sotto le piante di un giardino pieno di fiori".
Nella natura lei è un uomo felice? "Quando lavoro e dipingo, il trenta per cento lo faccio io, mentre per il restante settanta per cento mi viene in aiuto la natura che si trova attorno a me. Il tutto crea un’armonia. Questo vale anche per voi italiani, nonostante che apparentemente possa sembrare il contrario".
In che senso? "A prima vista voi italiani sembrate essere tendenzialmente disordinati, ma poi, se si va in profondità, si scopre che agite in libertà, non in modo schematico. Agite cioè in modo umano e non in modo tecnico. Vivete cioè l’armonia essenziale, non quella formale delle convenzioni, e, tutto sommato, la liberà della natura che è anche la mia più profonda fonte di ispirazione artistica".