Pronto soccorso, il 33% dei pazienti non riesce a essere curato entro 7 ore

La Regione indica il 10% come obiettivo: Forlì ha uno dei dati peggiori della Romagna. I numeri certificano l’emergenza: manca un terzo dei medici. Nel frattempo, gli accessi sono risaliti al livello pre-Covid. E le polemiche continuano

Pronto soccorso, il 33% dei pazienti  non riesce a essere curato entro 7 ore

Pronto soccorso, il 33% dei pazienti non riesce a essere curato entro 7 ore

di Fabio Gavelli

Ripresa degli accessi al Pronto soccorso ai numeri pre-Covid, lunghi tempi di attesa, personale fortemente sotto organico. Il monitoraggio dell’Ausl Romagna fotografa una situazione critica – con lievi differenze – in tutti e sette gli ospedali dotati di Medicina d’urgenza: Forlì, Cesena, Faenza, Ravenna, Lugo, Rimini e Riccione. Mentre da settimane divampa la polemica innescata dalla soppressione dell’auto medicalizzata con base a Meldola, i dati confermano che i problemi della sanità si riversano pesantemente sui Pronto soccorso.

Nel complesso, in tutti e 7 i servizi presenti sul territorio, sono affluite 480.507 persone da gennaio a novembre 2019, scese a 325.76 negli stessi 11 mesi del 2020 (calo comprensibile, viste le restrizioni imposte dalla pandemia), risalite a 363.225 nel 2021 (stesso arco di tempo) e poi a 426.113 nei primi 11 mesi dell’anno scorso. In sostanza, ci si avvicina al volume di accessi prima dell’avvento del Coronavirus. In aumento dell’8%, fra il 2022 e il 2021, anche i ricoveri successivi al passaggio in P.S. I tempi di attesa da sempre provocano disagi, come riportano gli stessi cittadini che poi inoltrano lamentele tramite i media.

Nel caso di Forlì, un paziente su tre nel 2022 – il 33% – non riesce a completare il ’processo’ (visita e trattamenti successivi) entro le 7 ore dall’arrivo al Pronto soccorso. Andava meglio l’anno precedente, quando però l’affluenza era minore, perché tale sorte toccava a uno su quattro. Da notare che l’obiettivo fissato dalla Regione è che il 90% delle persone prese in carico dal Pronto soccorso riesca a ottenere una risposta entro le 7 ore. Chi si avvicina di più, nel 2022, sono stati i P.S. degli ospedali di Cesena (88,7%) e di Lugo (81,2%). Ravenna è al di sotto di Forlì (65,8%), Rimini un po’ meglio (77,5%). L’andamento degli accessi è ciclico: i picchi si presentano in estate e in inverno.

Cosa accade quando si arriva al Pronto soccorso? Le statistiche dividono il tempo trascorso in due fasi: la visita e la parte seguente, che comprende accertamenti ed eventuali prestazioni. Per tale parametro i tempi sono rilevati a livello dell’intera Ausl. Se il paziente ottiene un codice rosso (secondo la definizione del Ministero della salute "interruzione o compromissione di una o più funzioni vitali"), non c’è attesa, ma l’intero trattamento dura in media dai 290 ai 350 minuti, dunque dalle 4 alle 6 ore (si tratta ovviamente spesso di interventi complessi). Chi riceve l’arancione ("rischio di compromissione delle funzioni vitali. condizione con rischio evolutivo o dolore severo"), aspetta in media dai 30 ai 50 minuti prima di essere esaminato da un medico e dai 300 ai 400 minuti per compiere il percorso. Il codice azzurro – "condizione stabile senza rischio evolutivo che richiede prestazioni complesse" – viene visto dal dottore fra 100 e 160 minuti e conclude il trattamento fra 300 e 360 minuti. Il paziente col verde (paziente che richiese "prestazioni semplici monospecialistiche") resta in sala d’attesa almeno 2 ore per l’incontro col medico, dopo di che nel giro di un altro paio d’ore, in media, riceve i trattamenti. I codici bianchi ("problema di minima rilevanza clinica") non figurano nel monitoraggio, ma verosimilmente sono fra coloro che restano al Pronto soccorso oltre le 7 ore.

Infine il personale medico, uno dei fattori di maggiore sofferenza, come sottolineato di recente al Carlino dal primario della Medicina d’urgenza di Forlì, Andrea Fabbri. I dati indicano che il P.S. del Morgagni-Pierantoni è sotto organico di 8-9 unità, in sostanza manca un terzo dei professionisti previsti. La turnazione comporta che dalle 8 alle 14 e dalle 14 alle 20 sono presenti tre camici bianchi, mentre di sera e di notte ne sono in servizio soltanto due. Va detto che non in tutti gli ospedali i numeri sono questi: a Cesena la scopertura dei posti è di appena il 5%, a Faenza il 15%; Ravenna invece è in sofferenza come Forlì, a Lugo va persino un po’ peggio.