"Sara, indagati l’ex primario e la sua vice Medici sotto accusa per maltrattamenti"

La notizia diffusa ieri non viene smentita dagli inquirenti di Trento. Un passaggio giudiziario atteso: nelle scorse settimane i carabinieri dei Nas di Roma avevano chiesto espressamente alla procura di porre sotto inchiesta i due professionisti

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La procura di Trento ufficialmente non smentisce. E fonti investigative, sia pur in via ufficiosa, affermano che nel registro degli indagati compaiono in effetti i nomi dell’ex primario Saverio Tateo e della vice Liliana Mereu, entrambi del reparto di Ostetricia dell’ospedale Santa Chiara di Trento. Dove lavorava la 31enne dottoressa forlivese Sara Pedri, scomparsa nel nulla il 4 marzo scorso. La notizia dell’iscrizione dei due medici nel registro dei pm di Trento, battuta ieri da un quotidiano, risulta quindi confermata: Tateo e Mereu sono formalmente sotto inchiesta; l’ipotesi di reato su stanno lavorando gli inquirenti è quella di maltrattamenti.

Di fatto, un passo giudiziario annunciato. Per capirlo basta andare qualche settimana indientro nel tempo. Quando cioè i carabinieri dei Nas di Roma recapitano alla procura, dopo un sopralluogo all’ospedale di Trento, un’informativa in cui, in modo chiaro e specifico, sottolineano la necessità di "sottoporre a un’indagine" i due medici, entrambi assegnati ad altro incarico lo scorso 12 luglio, dopo la decisione della Commissione interna istituita dall’Azienda sanitaria di Trento. Lo stesso organo degli "affari interni" dell’Ausl trentina che aveva messo a verbale le affermazioni di 14 tra medici e infermieri. E tutti avevano confermato di aver subito dal primario e dalla sua vice "demansionamenti e maltrattamenti sul lavoro". (In tutto La Commissione ha verbalizzato 110 audizioni). Sara stessa, approdata in Trentino all’incirca un anno fa, dopo un tirocinio in Calabria, sarebbe finita – secondo le dichiarazioni dei testimoni – in quel "circuito vessatorio".

Secondo quanto riferito alla stessa Commissione da professionisti e professioniste "il clima per il personale non sarebbe stato facile, con presunte e umiliazioni". Accuse rigettate dai diretti interessati. In particolare, l’ex primario Saverio Tateo, per bocca del suo legale, aveva riferito nei giorni scorsi che avrebbe fatto ricorso al tribunale del lavoro e chiesto i danni. E questo in seguito alla presa di posizione del Comitato dei Garanti dell’Ausl di Trento, che aveva paventato l’ipotesi di un licenziamento dello stesso medico per "gravi inadempienze professionali".

Sulla vicenda, la famiglia di Sara Pedri, ha però sempre sottolineanto che la ragazza aveva più volte manifestato il suo stato di inquietudine e sofferenza, anche fisica, dovuto proprio a quel "clima vessatorio" che sarebbe all’origine della scomparsa della giovane dottoressa.

La cui auto viene ritrovata il giorno dopo la scomparsa, nei pressi del ponte di Mostizzolo; subito è stato ipotizzato il gesto estremo. Le ricerche sono andate avanti per mesi. Senza esito. Le unità cinofile hanno riconosciuto qualche traccia del passaggio di Sara proprio lì vicino al ponte. Sotto il quale si spalanca un dirupo di 50 metri. E in fondo scorre il torrente Noce, che sfocia nel lago artificiale di Santa Giustina. Enorme e profondo. Vigili del fuoco e protezione civile hanno lavorato giorno e notte per ritrovare una traccia concreta di Sara. Ma al momento tutto è stato vano.