
Emanuela e Riccardo vivono a Premilcuore. La loro protesta: "Le istituzioni non fanno nulla. Da giugno il fango rende impraticabile l’accesso ai mezzi. Stanno finendo gas e legna per scaldarci".
Il Podere Pantano dista trecento metri dalla strada provinciale del Rabbi, nel territorio di Premilcuore, circa a metà tra il paese e San Zeno, 4 chilometri e mezzo da entrambi. Dodici anni fa Emanuela Sola e il compagno Riccardo Fois si erano trasferiti da Roma in quel terreno di 5 ettari sul nostro Appennino. Ma "da molti mesi viviamo sequestrati in casa o agli arresti domiciliari". Il problema è il fosso del Forcone, un rigagnolo di competenza demaniale (dunque della Regione), che ora scorre lungo la stradina che collega la loro casa alla provinciale.
"Già in seguito alla prima alluvione del maggio 2023 abbiamo avuto delle importanti frane all’interno del nostro podere – spiegano –. Dopo varie migliorie che noi abbiamo dovuto apportare per poter arrivare più o meno agevolmente a casa nostra, il 25 giugno 2024, in occasione di un’altra importantissima bomba d’acqua che ha interessato la nostra zona, dal fosso del Forcone è ricaduta una valanga di tronchi, rocce e ancora fango, fango e fango". Sono 300 metri a separare la casa di Emanuela e Riccardo dal mondo. "Da fine giugno a oggi, siamo costretti a percorrere poco la stradina a piedi, sotto ogni condizione meteo, perché il percorso di prima non esiste più e la nostra automobile, seppur non sia una semplice utilitaria, per la stragrande maggioranza delle volte si impantana e rimane bloccata in un mare di fango".
C’è una soluzione? "Abbiamo le mani legate, perché non possiamo intervenire in alcun modo: rischiamo multe salatissime, dato che la competenza per il ripristino del giusto fluire delle acque reflue e piovane, nella nostra situazione, è del Demanio o di altri enti pubblici. Ecco perché ci sentiamo sia agli arresti domiciliari: da qui non si esce mica con tanta facilità. Siamo sequestrati dalla pubblica amministrazione, perché, nonostante innumerevoli segnalazioni, abbiamo solo ricevuto, oramai da diversi mesi a questa parte, la seguente risposta: ‘I soldi sono stati stanziati, per cui verremo a sistemare’".
In questo quadro di fortissimi disagi, "non abbiamo quasi più il gas per cucinare e per l’acqua calda. Stiamo finendo anche la legna per poterci riscaldare, ed è impossibile rifornirci di nuova. Siamo stanchi, amareggiati e avviliti da questa situazione in cui ci sentiamo sbeffeggiati dalle istituzioni con questo continuo temporeggiare e questa continua mancanza di risposte concrete".
Il sindaco di Premilcuore Sauro Baruffi si è interessato della questione Fosso del Forcone, "anche se la strada non è di uso pubblico, né una delle vicinali pubbliche di competenza comunale. I Carabinieri Forestali di Predappio hanno segnalato il caso e il Servizio territoriale e Protezione civile ha effettuato vari sopralluoghi. Anche il servizio Viabilità della Provincia di Forli-Cesena ha già espresso le indicazioni tecniche al proprietario del fondo per una corretta regimazione delle acque di sua competenza". Alla fine, "il ripristino del fosso è inserito tra gli interventi manutentivi del 2025". Ma l’indicazione è vaga a fronte dei disagi che Emanuela e Riccardo stanno affrontando. Baruffi spiega: "La strada poteva essere inserita eventualmente nelle strade consorziali da sistemare annualmente in base all’accordo con il Consorzio di bonifica. Questo però non è mai avvenuto, perché i proprietari a suo tempo avevano messo una catena sulla strada, che è stata considerata privata".