Teodorico, si svela la villa del re goto a Galeata

Al via una nuova missione archeologica che andrà avanti fino a fine giugno. Nel 2026, a 1.500 anni dalla morte, il sito sarà inaugurato e aperto al pubblico.

Teodorico, si svela la villa del re goto a Galeata

Teodorico, si svela la villa del re goto a Galeata

È partita la missione archeologica dell’Università di Parma alla Villa di Teodorico a Galeata. Fino alla fine di giugno, sotto la direzione e la responsabilità scientifica della professoressa di Archeologia Alessia Morigi, la conduzione del cantiere è affidata a Filippo Fontana e Letizia Aldrovandi mentre il laboratorio materiali a Gloria Bolzoni.

"L’area archeologica vede la straordinaria presenza, vicino alla città romana di Mevaniola, di una grande villa romana repubblicana – precisa Alessia Morigi – che si sviluppa in età augustea e poi imperiale con settori abitativi e aree riservate alla produzione. Su questo primo impianto sorge in età tardoantica la villa del re Teodorico con spazi importanti, architetture ambiziose movimentate da padiglioni mistilinei, ricchissime decorazioni in mosaico policromo e in foglia d’oro di ascendenza ravennate, all’altezza della dimora di un re. Gli scavi, dopo le prime esplorazioni dell’Istituto Archeologico Germanico nel 1942, – aggiunge – proseguono da oltre 25 anni. Quest’anno le indagini si rivolgeranno a perfezionare lo scavo dell’area in modo da mettere in pianta nella sua interezza la grandiosa ed estesissima grande villa del re Teodorico in vista delle celebrazioni teodericiane del 2026".

La campagna di scavo e documentazione vede la partecipazione di 20 studenti del Dipartimento di discipline umanistiche, sociali e delle imprese culturali dell’Università di Parma. La missione archeologica opera in regime di concessione MiC all’Università di Parma ed entro la convenzione quadro tra Università di Parma e Comune di Galeata, che sostiene economicamente l’apertura del cantiere e la partecipazione degli studenti. Le attività sono promosse dal Programma Sfera (Spazi e Forme dell’Emilia Romagna Antica) in collaborazione con la Società di Studi Romagnoli. Le azioni sono organizzate in coordinamento con la funzionaria archeologa Romina Pirraglia della Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. La presenza degli studenti è garantita dal Centro servizi per la salute, igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro dell’Ateneo, che ogni anno organizza i corsi per l’accesso in sicurezza al cantiere. L’inaugurazione e l’apertura al pubblico dell’area archeologica del Pantano avverrà durante le celebrazioni teodoriciane del 2026 in occasione dei 1.500 anni della morte del re goto.

Oscar Bandini