Gli sfollati a causa del maltempo nell’entroterra forlivese delle vallate di Rabbi, Montone e Tramazzo rimangono 17, a Tredozio 9, a Rocca San Casciano 5 e a Dovadola 3. I 9 di Tredozio sono ospitati al Centro sportivo (ostello e casette), i 5 di Rocca, quattro nell’albergo Pasqui e uno nella casa di riposo locale ‘Villa del Pensionato’.
La situazione delle case degli sfollati è in continua evoluzione, mentre è in corso di verifica da parte delle forze dell’ordine, vigili del fuoco e tecnici comunali, e a breve le persone potrebbero rientrare. Per quanto riguarda la viabilità nazionale, provinciale e comunale, frane e smottamenti hanno tenuto impegnanti negli ultimi giorni i rispettivi tecnici. La strada statale 67 della valle del Montone (nella foto) è rimasta sempre aperta, grazie alla sorveglianza notturna dei responsabili e alle squadre di operai che hanno lavorato per rimuovere smottamenti e frane in vari punti, specialmente fra Dovadola e Portico.
Un fulmine si è scaricato sul quadro elettrico della casa di riposo Zauli di Dovadola, lasciando con la sola corrente di emergenza gli ospiti della struttura dalle 21.30 ad oltre mezzanotte fra mercoledì e giovedì. A Rocca San Casciano per tutta la giornata di giovedì operai e tecnici della Provincia hanno lavorato per liberare da frane e smottamenti le strade provinciali provvisoriamente chiuse delle Cento Forche per San Zeno e Galeata, del Monte Colombo per Predappio e del Monte Chioda per Modigliana. Gli operai comunali, insieme a ditte private, hanno lavorato per riaprire varie strade comunali. Anche il capannone dei mezzi comunali è stato allagato per l’esondazione del fosso di Sant’Antonio, mentre sono decine i garage e le cantine invasi da acqua e fango.
"Il nostro obiettivo primario è quello di togliere dall’isolamento temporaneo oltre 50 persone sparse in varie case di campagna, con le quali siamo in continuo contatto", rimarca il sindaco di Rocca, Marco Valenti. La grande preoccupazione del sindaco di Portico e San Benedetto, Maurizio Monti, è invece la frana di San Benedetto in Alpe, apertasi durante l’alluvione del 2023, che dall’alto minaccia il paese: "In questi giorni è rimasta ferma, ma sotto scorre acqua in abbondanza – osserva il sindaco Maurizio Monti –. Questo significa che ha bisogno di essere messa in sicurezza il prima possibile, e per sistemarla, secondo i tecnici della Protezione civile regionale, occorrono 5 milioni e 200mila euro".
Fra i danni del comune di Portico c’è anche il crollo del muro di cinta del cimitero di Cannetole, a tre chilometri dal paese. Nella valle del Rabbi, come racconta il sindaco di Predappio, Roberto Canali, "la forza della corrente del fiume ha divelto il nuovo guado costruito dopo l’alluvione del 2023, dove un’enorme quantità di tronchi d’albero hanno creato una diga, con un danno di 80mila euro, il costo dei lavori da poco pagati. Tutto da rifare".
Anche la strada comunale di Porcentico è rimasta chiusa provvisoriamente, nonostante una squadra di operai al lavoro. Nella notte fra mercoledì e giovedì, una decina di famiglie di Fiumana ha abbandonato le proprie case, quando il fiume Rabbi è uscito dagli argini, allagando in parte il maneggio e un’abitazione, rientrando poi nell’alveo a tarda notte.
Nella valle del Tramazzo, a Tredozio, come illustra l’assessore Carlo Versari, "la viabilità è compromessa ovunque, ma squadre di operai e di volontari della Protezione civile sono al lavoro per riaprire le strade". A causa delle forti piogge, nel centro storico è crollato il tetto di palazzo Medri, già inagibile per il terremoto. Per l’assessore Versari "la situazione è critica, ma sotto controllo".
La situazione di Premilcuore? "Tutto sta tornando nei limiti – risponde il sindaco, Sauro Baruffi –, ieri abbiamo riaperto le scuole".
Quinto Cappelli