Zattini sprona la città "Abbiamo sempre trovato la forza per rinascere"

Nel suo discorso, il sindaco cita le tragedie del Novecento affrontate senza paura. Serve lo stesso spirito davanti a "quartieri cancellati" e "attività economiche azzerate".

Zattini sprona la città  "Abbiamo sempre trovato  la forza per rinascere"

Zattini sprona la città "Abbiamo sempre trovato la forza per rinascere"

"Ripartenza", "rinascita". Il sindaco Gian Luca Zattini introduce Sergio Mattarella in piazza Saffi e lancia due parole chiave che sanno di futuro. Come dire che con la visita del presidente della Repubblica si volta pagina, si chiude la fase più acuta dell’emergenza e si lancia idealmente la ricostruzione.

Arriva in piazza con la giacca della Protezione civile, ma in breve resta a maniche corte, con la fascia tricolore. A differenza delle ultime uscite pubbliche, la voce non si incrina. Neanche quando tratteggia il quadro complessivo della situazione attuale, forzatamente crudo. Deve esserlo. Perché Forlì chiede aiuto per i suoi "quartieri cancellati", per i luoghi diventati "irriconoscibili", per le "decine di migliaia di persone che hanno perso tanto o tutto", le "attività economiche azzerate", "l’agricoltura e la cultura compromessa". Ma, avvisa Zattini, qui siamo "in un luogo simbolo". È dalle pagine più buie della storia che si può ripartire, che si può comprendere la forza della città. Non ci arrenderemo neanche stavolta, sembra dire il sindaco a Mattarella e soprattutto ai forlivesi.

Zattini cita i cadaveri dei partigiani appesi ai lampioni, proprio nel punto dal quale lui e Mattarella stanno parlando, nell’agosto 1944: Silvio Corbari, Adriano Casadei, Arturo Spazzoli, Iris Versari. Nomi ricordati anche da una lapide recentemente restaurata. Subito dopo, nell’aria che ha già il tepore dell’estate, un brivido dev’essere corso sulla schiena del presidente, quando il sindaco menziona Roberto Ruffilli. Nel 2018 Mattarella commemorò i trent’anni della sua morte per mano delle Brigate Rosse: entrambi parlamentari della Dc, Sergio e Roberto erano amici. Trentacinque anni fa, "Forlì urlò il suo ‘no’ al terrorismo": non a caso, racconta la storia, i brigatisti furono incastrati anche grazie a chi viveva e lavorava nel borgo di Ravaldino. "Abbiamo sempre trovato la forza per rinascere", è il messaggio che Zattini manda all’Italia e alla città. E stavolta siamo stati anche aiutati da degli "angeli", volontari e soccorritori, forlivesi stessi e altri "arrivati da ogni parte d’Italia".

Insomma, Forlì è stata teatro delle efferate violenze e orrori del Novecento: il terrore nero e quello rosso hanno tentato qui di fare presa, di piegare la resistenza dei concittadini di allora. Non ci sono riusciti. Quella forza, quell’orgoglio innato, uniti alla "vicinanza" delle istituzioni, possono innescare la riscossa.

Marco Bilancioni