Aeroporto Ridolfi Forlì, il manager: “Lavoriamo per volare verso Francoforte e Bruxelles”

Andrea Gilardi (F.A.): "Oltre alle 12 mete di GoToFly, intesa con gli albergatori sui turisti stranieri. Ma anche due nuove compagnie. Quest’anno, da 140mila passeggeri, puntiamo a 178mila. I 951mila fra 15 anni? Non sono un sogno"

Andrea Gilardi, il manager dell’aeroporto Ridolfi di Forlì

Andrea Gilardi, il manager dell’aeroporto Ridolfi di Forlì

Forlì, 3 gennaio 2024 – Andrea Gilardi, lei è il direttore generale e l’accountable manager di F.A., la società di gestione dell’aeroporto Ridolfi. Avete presentato qualche settimana fa il piano di sviluppo: non sono sogni?

"No. Innanzitutto perché ciò che faremo fino al 2028 è vincolante. Ciò che è previsto nei due lustri successivi, fino al 2033 e fino al 2038, può essere invece anticipato. Non solo: dobbiamo presentare all’Ente nazionale per l’aviazione civile, l’Enac, un piano economico e finanziario che dimostri la sostenibilità della struttura".

Perché questo documento mancava?

"È vero che è il primo piano di sviluppo dell’era F.A. ma questo è normale: va presentato entro un anno dalla concessione totale".

Quando sarà approvato?

"Realisticamente servono fra 12 e 18 mesi, ma si possono chiedere permessi per realizzare, nel frattempo, i lavori presentati. Ad ogni modo, noi ci siamo confrontati con l’Enac fin dalla stesura".

Nel 2023 avete chiuso con 140mila passeggeri: fra 15 anni immaginate che siano 951mila. Non è un numero troppo alto?

"Tutti gli esperti sono concordi nell’indicare che la potenzialità di crescita del traffico aereo, in generale, sia enorme. E anche veloce. Chiaramente ciò che non è infinito è la capacità delle infrastrutture: per portare un aeroporto ad accogliere un certo numero di passeggeri occorre adeguarle. Qualcosa è già previsto".

Cosa?

"Sviluppo dell’area imbarchi lato pista e dell’area commerciale non aviation. Parliamo di 360 metri quadrati in cui immagino un tabaccaio, un’edicola, un bazar con la vendita di prodotti del territorio, e poi food and beverage: un negozio vero e proprio che, al posto dei distributori automatici, somministri cibi e bevande".

LE TENSIONI DEL PASSATO

La sua previsione per il 2023 era stata di 200mila passeggeri, 60mila in più del dato effettivo. Ma è stato un anno molto difficile...

"Quando si è chiuso il rapporto con Aeroitalia, abbiamo messo pesantemente mano al portafoglio, spendendo quattro volte il budget previsto. L’obiettivo però era non tradire la fiducia dei passeggeri".

I disagi, però, ci sono stati.

"Abbiamo già trovato un accordo con 300 passeggeri insoddisfatti per gli inconvenienti di natura operativa, come i cambi di orario. Ne restano 119, per i quali abbiamo incaricato una società specializzata, col mandato di chiudere le controversie. Non vogliamo lasciare strascichi".

A proposito di strascichi, ci saranno conseguenze legali nel rapporto con Aeroitalia?

"Se ne occuperà il tribunale di Forlì, sezione civile".

L’ESTATE CHE VERRÀ

L’obiettivo per il 2024 è arrivare a 178mila passeggeri, un aumento del 27% rispetto all’anno scorso. Come ci arriverete?

"Ci sono dodici mete che saranno in vendita online sul sito di GoToFly dal 10 gennaio: tanto Mediterraneo più Tirana. Abbiamo quattro destinazioni in Sicilia: Trapani, Pantelleria, Lampedusa e Catania. Poi Olbia e Cagliari in Sardegna. Quindi cinque località greche: Zante, Cefalonia, Corfù, Lefkada e Karpathos".

A questi penserà GoToFly, giusto? Quanti passeggeri ha totalizzato nel 2023?

"Con GoToFly hanno volato 40mila persone, prevediamo un aumento fino a 78mila".

Quasi il doppio quindi. Quali sono invece gli accordi con Ryanair?

"Continuerà a decollare per Palermo e per la città polacca di Katowice: il contratto prevede la possibilità di aggiungere altre destinazioni. A proposito: sottolineo che siamo costantemente nella top 5 per operatività tra gli scali in cui lavora Ryanair".

Cosa significa, scusi?

"Le operazioni ’a terra’ che consentono la ripartenza dell’aereo vanno fatte entro 25 minuti: calcolati dal momento dell’atterraggio a quello della chiusura del portellone dopo l’imbarco dei passeggeri. Comprese le operazioni di scarico e carico dei bagagli. Se sforiamo, paghiamo noi una penale. Ma il nostro record è di soli 18 minuti...".

Avete tentato ulteriori collegamenti: Sharm-el-Sheik in Egitto, Lourdes e Mostar, che è lo scalo più vicino al santuario mariano di Medjugorje. Come sono andati? Li riproporrete?

"Sharm era previsto per Natale 2023 finché non è scoppiata la guerra in Medioriente... speriamo che la situazione sia diversa a Pasqua. Il turismo religioso funziona bene con date ‘spot’, come abbiamo visto anche per la giornata mondiale della gioventù col Papa, in Portogallo: insomma, meglio voli charter che di linea".

Altre compagnie?

"Siamo in trattativa con altri due vettori. Non però per l’estate, bensì per l’inverno 2024-2025".

Altre mete possibili?

"Stiamo dialogando con gli albergatori della costa, che ci hanno indicato Francoforte e Bruxelles. L’obiettivo sarebbe l’ incoming , ovvero portare qui turisti stranieri. Gli albergatori stessi sarebbero disponibili a sostenere in parte la spesa, alla quale contribuirebbe anche GoToFly".

A proposito di riviera, a Ravenna ci sarà il terminal delle crociere di Royal Caribbean.

"Ci piacerebbe una collaborazione strutturata con loro".

Convinca i passeggeri che nell’estate 2024 non ci saranno disagi.

"Abbiamo a disposizione già il primo aeromobile, un Boeing 737/400 da 168 posti: a fornircelo è la compagnia Air Mediterranean. Per l’estate, in tutto, saranno tre. Anno scorso, quando si chiuse il rapporto con Aeroitalia, dovemmo invece cercare alcuni vettori a stagione iniziata".

LE POLEMICHE

Ogni tanto c’è qualcuno che vi attacca: lo ha fatto in dicembre anche un esponente di Confindustria Romagna.

"Alla fine hanno preso tutti le distanze, anche la stessa Confindustria: ci ha fatto piacere e abbiamo ringraziato gli amici che ci hanno difeso. Dai sindaci alla Confcommercio. Uno dei nostri obiettivi è, del resto, lo sviluppo e il miglioramento dei rapporti con le istituzioni".

Un tema più serio che Confindustria, e non solo, aveva posto era quello delle reti aeroportuali. Insomma, intese con Rimini e Bologna.

"Ma questa non è una novità. Ne parla la stessa Enac, che è il gestore nazionale: individua 13 reti di aeroporti, tra i quali quelli dell’Emilia-Romagna. E c’è anche lo scalo di Parma, non lo si dimentichi. Di quelle 13 reti, 5 non sono ancora state realizzate: compresa quella emiliano-romagnola. Dunque è un tema indiscutibile e indifferibile che è già sul tavolo delle istituzioni. Posso assicurare che non saremo noi l’ostacolo alla sua realizzazione".

Non temete il risultato di questa operazione?

"Ci sono diverse formule per portarla a compimento. Ci si può accordare in base alle destinazioni, oppure alla tipologia di passeggeri".

Chi decide?

"Il nostro interlocutore è il Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti".

E la Regione?

"Immagino che si siederà al tavolo, quando si aprirà".

Vuole ribadire, contrariamente a quanto qualcuno ha sostenuto, che le strumentazioni, in caso di nebbia, non sono un problema?

"È il capitano che decide dove atterrare in base alle condizioni meteorologiche. Noi siamo in grado di assicurare tutte le informazioni necessarie".

STRATEGIE DI SVILUPPO

Lei ha detto recentemente che «lo spazio è il vero asset del Ridolfi». Cosa vuol dire?

"Che abbiamo un’area molto grande e questo ci dà possibilità di ampliarci. Per esempio: il cosiddetto ‘hangar Ferruzzi’ per la manutenzione degli aerei aumenterà di 700 metri quadrati, fino a 2.650 totali. Da un hangar arriveremo a sei, con altri 19mila metri quadrati. Uno entro il 2028, altri due entro il 2033, i restanti due entro il 2038. Uno dei nuovi spazi sarà nell’area sud lungo via Decio Raggi dove abbiamo 70 ettari liberi".

Volete anche allungare la pista?

"Dopo aver acquistato alcuni terreni, potremo farlo. Altri 300 metri che consentirebbero di avere al Ridolfi, per esempio, anche i Boeing 787 e 767. Preciso che tutto questo sarà soggetto a valutazione d’impatto ambientale prima della realizzazione. Di spazio ’verde’ ne resterebbe comunque tanto".

Al momento il filone della manutenzione vede impegnata solo Albatechnics.

"Ci sono altri interessati. È un settore che può avere altissime prospettive occupazionali, sia per le imprese esterne che per la stessa F.A.".

Si è detto in passato che questo settore è un jolly per attrarre le compagnie. È davvero così?

"Spostare un aereo per portarlo a fare mantutenzione ha dei costi, no? Meglio, allora, se arriva portando qui dei passeggeri...".