ENRICO AGNESSI
Cronaca

A Patuelli il ’Pegaso d’Oro’ dalla Toscana

Domani alle 12 alla Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati di Firenze, sede della Presidenza della Regione, il governatore della...

Domani alle 12 alla Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati di Firenze, sede della Presidenza della Regione, il governatore della Toscana, Eugenio Giani, consegnerà al presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi) e del gruppo bancario La Cassa di Ravenna, Antonio Patuelli, il ‘Pegaso d’Oro’. Si tratta della massima riconoscenza della Regione Toscana destinata a "coloro che hanno reso servizio alla comunità nazionale ed internazionale attraverso le loro opere in campo culturale, politico, filantropico e nel rispetto dei diritti umani".

Il ‘Pegaso d’Oro’ richiama il simbolo della Regione Toscana, il mitico cavallo alato che è una delle icone più longeve della civiltà occidentale e rappresenta l’eroe che sa costruire la pace, combatte il caos e il male e propone valori positivi: in passato il Pegaso d’Oro è andato a eminenti personalità ed enti mondiali, tra le quali Mikhail Gorbaciov, la Fondazione Kennedy, Jacques Delors, Margherita Hack, Aung San Suu Kyi, Luis Sepulveda e Don Ciotti.

Per Patuelli, che a Firenze ha conseguito la laurea in Giurisprudenza, si tratta del terzo riconoscimento assegnato dalla città toscana, dopo il ‘Gonfalone d’argento’, del Consiglio Regionale della Toscana, e il ‘Fiorino d’oro’ consegnatogli dal Comune di Firenze.

"Provo grandi emozioni – aveva dichiarato Patuelli in quest’ultima occasione, a inizio 2024 –. Il Fiorino d’oro è il primo emblema del Rinascimento sia in termini cronologici, a meta del Duecento, sia simbolici, perché quella era un’epoca in cui tornava nei nostri territori la fiducia in se stessi, riprendeva la monetazione e proprio il Fiorino era una moneta internazionale, riconosciuta ovunque fino a Costantinopoli, ed era allora una moneta forte come è l’euro oggi".

L’emozione per Patuelli era (e sarà) anche personale: "Mia moglie Giulia è romana. E io sono romagnolissimo – aveva ricordato commentando sempre la consegna ‘Fiorino d’oro’ –. Era inevitabile scegliere una via di mezzo per il matrimonio e proprio a Firenze ci sposammo due volte: la prima con la cerimonia civile a Palazzo Vecchio e poi a Santa Maria in Marignolle per il rito religioso".