Alluvione, la storia di Nassif: "Per tre giorni sfollato nella pizzeria a Imola"

Il titolare di Ci.Bò abita in via Bazzino a Mordano, coperta dalle acque. "Non avrei mai immagina un disastro di queste dimensioni Spero di salvare il pianoforte e ho ricomprato alcuni mobili"

Nassif Shady nella sua casa di Mordano: in alcuni locali l’acqua gli arrivava al petto

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Imola, 28 maggio 2023 – Nassif Shady ha perso tutto. La sua villetta in via Bazzino a Mordano, distante diversi chilometri dalla voragine sulle sponde del Santerno che ha mandato sott’acqua il paese, sputa ancora fuori melma e fango. Tutt’attorno cumuli di mobili e oggetti da buttare. Anche le foto e i ricordi di una vita che nessuno potrà mai restituire.

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"Spero di salvare almeno il mio pianoforte – racconta –. Una casetta, tutta al piano terra, finita di costruire nel 2019. La cucina l’avevo comprata meno di due anni fa". Già perché l’abitazione è quel nido sicuro dove approdare dopo le tante ore di lavoro nel suo Ci.Bò, ristorante e pizzeria in viale Andrea Costa ad Imola.

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"Ero andato a letto alle tre di notte dopo un breve passaggio sul ponte di Bagnara per dare un’occhiata alla piena del fiume con le forti piogge – ricorda Shady –. Poche ore di sonno, poi l’improvvisa sveglia col rumore degli elicotteri sopra la testa. E’ stato il mio vicino a dirmi della falla sull’argine nei pressi di San Prospero. Un punto non così vicino. Non avrei mai immaginato questo disastro". Ma la rapida avanzata della corrente lascia tutti impotenti. "Ho ancora davanti agli occhi quella specie di patina acquosa in arrivo dai campi con tutti i fossi già gonfi. Giusto il tempo di scappare insieme alla mia compagna e ai nostri quattro cani – aggiunge –. Sono corso a comprare dei sacchi di sabbia da portare davanti all’uscio della dimora ma ormai era tardi. Nel terreno c’era più di una scarpa d’acqua. Una mezz’ora dopo ho visto scomparire anche la pompa di calore esterna inghiottita dal fluido torbido".

Sfollato nella sua pizzeria: "Tre giorni da rifugiati con gli uomini della Marina Militare che mi accompagnavano a casa, a piedi in mezzo a quella palude, per recuperare qualche vestito e le scatolette di cibo per gli animali – sottolinea l’uomo –. Difficile perfino aprire la porta d’ingresso con la forte pressione all’interno. In alcuni punti della villa l’acqua arrivava all’altezza del mio petto. La nostra vita è cambiata nel giro di un’ora". Ingenti danni materiali e una sfera emotiva cancellata dalla fiumana. Un’istantanea di desolazione. "Gli impianti elettrici sono danneggiati e non riesco neppure ad alzare le tapparelle automatiche per cambiare un po’ l’aria – prosegue sconsolato Shady –. Le pulizie sotto la pioggia e la paura di una possibile recrudescenza della calamità. Gli uomini della Bonifica Renana hanno lavorato parecchio per far defluire l’acqua verso i campi".

Eppure la vita va avanti. "Mi aggrappo al lavoro, al mio locale imolese. Non è facile dopo questa botta fisica e morale – conclude -. Ho già ricomprato alcuni mobili, identici a quelli andati perduti. Temo che gli aiuti economici serviranno a ben poco. Ho 20-30mila euro di danni solo in mobilia e servono pagamenti anticipati. Anche questa volta ci sarà qualcuno che approfitterà dell’emergenza a discapito di chi non ha più niente".