Imola, Andrea Costa. Domenicali: "Siamo noi quelli danneggiati"

L’amministratore unico rompe il silenzio

L’amministratore unico dell’Andrea Costa, Gian Piero Domenicali

L’amministratore unico dell’Andrea Costa, Gian Piero Domenicali

Imola, 25 settembre 2018 - Un volto, una società. Quello di Gian Piero Domenicali e quello dell’Andrea Costa, la squadra di basket che porta il nome di uno dei padri fondatori del Socialismo in Italia. Come socialista è stato anche lo stesso Domenicali, vicesindaco della città sul Santerno tra il 1991 e il 1995, e alla guida dei biancorossi ormai dagli anni ’90. Prima come presidente formale, poi come amministratore unico. Un’era, verrebbe da dire, macchiata adesso dall’inchiesta della procura e da un’accusa – associazione a delinquere – che pesa come un macigno nella gestione di una società. I difensori di Domenicali, gli avvocati Edore Campagnoli e Guido Magnisi, hanno annunciato per oggi un comunicato, ma è stato il diretto interessato a rompere ieri il silenzio, di prima mattina contattando la redazione. Perché, scandisce certo, «il nostro club ha subito un danno di immagine».

Nei sequestri eseguiti dalla Finanza per ordine del tribunale, infatti, non rientra la società di basket in nessuna forma, né sequestri sono stati eseguiti a carico di Domenicali che, invece, è indagato insieme con altre 15 persone. A far partire l’inchiesta fu un accertamento svolto dalle Fiamme gialle su una società di Imola. Una comune verifica fiscale, su un’attività che nulla ha che fare con il basket. Ma analizzando i bilanci di quella società è spuntata una fattura della Advanced Marketing Consulting, con sede a Londra. Una società inglese che, hanno appurato i finanzieri, nel giro di dieci anni aveva staccato fatture per decine di milioni di euro (ma si procede solo per evasioni dal 2010, il resto è prescitto) a diverse società dell’hinterland imolese. Tutte per sponsorizzazioni all’Andrea Costa. Questi sponsor risultano adesso indagati per reati minori e fiscali, in uno stralcio dell’inchiesta che coinvolge Domenicali.

«L’Advanced Marketing Consulting è una società che ha cessato la sua attività nell’ottobre del 2015, due mesi prima che partisse questa indagine – ha precisato ieri Domenicali –. Come Andrea Costa a loro abbiamo dato mandato, in via non esclusiva, di reperire sponsorizzazioni. Non era l’unica agenzia a cui abbiamo fatto riferimento per diffondere la nostra immagine, con la differenza che questa è l’unica che aveva sede all’estero». Domenicali, inoltre, ha spiegato che «nel momento in cui si chiudeva il contratto di sponsorizzazione, loro emettevano a noi una fattura con l’importo della provvigione. Chiaramente i nostri pagamenti erano vincolati al fatto che noi per primi dovevamo incassare dall’azienda che decideva di sponsorizzarci». Conferma che «dalle carte emerge solo il mio nome come persona indagata, mentre non ci sono riferimenti all’Andrea Costa» e quindi «il nostro club ha subito un danno di immagine e per questo motivo chiederemo i danni agli ex proprietari dell’Advanced».