GIOVANNI DI CAPRIO
Cronaca

Ausl, ticket non riscossi per oltre un milione: "Ora la Regione faccia ordine nel sistema"

I dati dal 2018 a oggi. Il capogruppo di Forza Italia in Regione, Vignali: "Torre di Babele di procedure e costi fuori controllo"

I dati dal 2018 a oggi. Il capogruppo di Forza Italia in Regione, Vignali: "Torre di Babele di procedure e costi fuori controllo"

I dati dal 2018 a oggi. Il capogruppo di Forza Italia in Regione, Vignali: "Torre di Babele di procedure e costi fuori controllo"

di Giovanni di Caprio

"Imola non è da meno". Dal 2018 a oggi, l’Ausl imolese non ha riscosso oltre 1 milione di euro di ticket. Una "torre di Babele di procedure, costi fuori controllo e risultati spesso deludenti" sul fronte della spesa sanitaria hanno accumulato oltre 55 milioni di ticket sanitari non riscossi dal 2018 a oggi in tutto il territorio regionale e solo 21 sono i milioni recuperati nel periodo 2021-23, oltre a 2,2 milioni di ticket stralciati direttamente dalle Ausl. A far notare questi numeri è Pietro Vignali, presidente del gruppo Forza Italia nell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna. Lo studio di Vignali sul sistema di recupero dei ticket sanitari non riscossi nasce dall’accesso agli atti dell’assessorato regionale alle Politiche per la salute.

Come già accennato, Imola non è di certo tra le prime della classe: la percentuale di riscosso rispetto all’insoluto vede l’Ausl Imola recuperare 1 ticket ogni 4 (25,32%), questo testimonia quanto lavoro ci sia ancora da fare", afferma Vignali. Che passa poi ad un’analisi a livello più generale del problema: "Complessivamente a Imola sono stati spesi oltre 18mila euro per il recupero ticket nel triennio 2021-23, mentre quasi 2 milioni di euro è la quota stanziata su tutto il territorio regionale. Se ci fosse un sistema di recupero migliore non ci sarebbe bisogno di aggiungere nuove tasse", attacca Vignali. I ticket sanitari non riscossi si verificano quando un cittadino non paga il ticket dovuto per una prestazione sanitaria, ad esempio una visita specialistica o una diagnostica strumentale. Per questo è un tema che si lega soprattutto a quello delle liste d’attesa. In realtà, in molti casi, Vignali segnala che passano mesi se non anni tra la prenotazione e l’effettiva visita o esame diagnostico quindi "una dimenticanza da parte dell’utente è fisiologica, ma porta due svantaggi: i calendari delle liste d’attesa hanno ‘buchi’ ed è necessario recuperare il ticket all’utente che non ha ricevuto la prestazione".

La ’sanzione’ è stata introdotta nel 2016 proprio per arginare la mala pratica di bucare le prenotazioni. "Con un po’ di impegno e l’utilizzo delle nuove tecnologie sarebbe facile ricordare l’appuntamento ed evitare inutili sperperi – ha concluso Vignali – La Giunta regionale metta ordine nel sistema. Prima lo si fa, meno soldi dei cittadini si sprecano". L’Ausl di Imola, come detto, spende per il recupero ticket oltre 18mila euro e ne ha recuperati 257.034,49 con un’incidenza sui costi del 7,1%, ma i ticket non pagati raggiungono e superano il milione di euro (1.015.125 euro). La situazione nell’imolese è figlia di un problema generale di riscossione del ticket sanitario, anche nel Capoluogo, quindi a Bologna. Al milione di euro non incassato a Imola, infatti, vanno aggiunti gli oltre 16,5 milioni di euro di ticket non riscossi dal 2018 a oggi da parte di Ausl, Rizzoli e Sant’Orsola nella città felsinea. A occuparsi del recupero ticket è il sistema ’Rudi’ di Lepida, che gestisce informatizzati i recuperi crediti, sotto la responsabilità di un ufficio specifico. Vengono effettuati monitoraggi periodici su invii di sanzioni, solleciti per insoluti, controlli su esenzioni e iscrizioni a ruolo. Da gennaio 2024, con l’adesione al Servizio unico metropolitano, per il recupero crediti è stato creato un gruppo di lavoro per adeguare le procedure. Sono state anche avviate azioni di sensibilizzazione e formazione del personale.