Coronavirus Imola: focolaio nel reparto no Covid dell'ospedale

L’Ausl: "Contagiati 23 ospiti al sesto piano e 13 sanitari". Ma la Fials ribatte: "Positivi al test rapido 22 lavoratori"

Personale sanitario all’interno di un reparto Covid

Personale sanitario all’interno di un reparto Covid

Imola (Bologna), 25 novembre 2020 Una scintilla in un cumulo di paglia. Focolaio. Di per sé già il termine spaventa, di questi tempi poi neanche a parlarne. Fa ancora più paura se tutto ciò avviene in ospedale. Il virus, ed è la stessa Ausl a dirlo, si è diffuso fra le corsie del Santa Maria della Scaletta. Lo ha fatto nei reparti internistici no Covid, ovvero quelli detti ’puliti’ del sesto piano, generando un focolaio di 23 positivi a cui si aggiungono altri 13 operatori sanitari, anche loro colpiti dal morbo. L’indagine epidemiologica che ha permesso di arrivare a questi dati è partita da 9 contagi confermati l’altro giorno fra il personale proprio di quel piano, a cui ne sono seguiti altri 4. Nella notte sono stati eseguiti tamponi a tappeto su tutto il reparto, che hanno permesso di individuare appunto i 23 ospiti contagiati.

Questi i numeri ufficiali diramati ieri dall’Ausl. Ma l’allarme era già partito due giorni fa in seguito a una lettera del sindacato Fials, che aveva annunciato la presenza di focolai "preoccupanti" nel reparto di Medicina A e Geriatria. E secondo il segretario territoriale Stefano De Pandis la situazione potrebbe essere ancora più sconfortante. "Sono 22, fra medici, infermieri e operatori sanitari i lavoratori positivi ai test rapidi. Numeri in probabile aumento visto la fetta di personale in attesa di risposta al tampone molecolare, numero purtroppo destinato a salire, parliamo di circa 1/3 sul totale" dice, quindi almeno 9 in più rispetto agli aggiornamenti Ausl. Un dato che porterebbe a una quarantina e oltre i casi all’interno dell’ospedale relativi ai reparti che nulla dovrebbero aver a che fare con il Covid.

Per il segretario Fials l’unica soluzione sarebbe "sigillare il reparto e individuare reparti idonei al deflusso dei pazienti e garantire ai contatti attualmente negativi un isolamento fiduciario, oltre bonificare l’intera piastra assistenziale contaminata. Ma anche limitare le visite, incrementare le pulizie spazi comuni, e incrementare il personale non solo in sostituzione di quelli messi in quarantena, ma in surplus visto che un piano è diventato Covid". Tirando le somme, e parlando sempre di personale sanitario, i lavoratori positivi dei reparti no Covid – fra ancora infetti e guariti – potrebbe addirittura superare la sessantina. Ma la Fials teme un estendersi del contagio anche per quanto riguarda i ricoverati, facendo un ragionamento simile a quello fatto per i dipendenti: "Sono ben 23 attualmente i pazienti contagiati da Covid-19 su 66, numero potenzialmente in aumento visto l’attesa della risposta di ulteriori accertamenti, circa 1/3 sul totale". Il sindacato si dichiara pronto "a formulare un esposto al Nucleo Anti Sofisticazione della Compagnia dei Carabinieri di Bologna, e alla Procura della Repubblica, qualora l’Azienda non fornisca risposte certe e interventi immediati per la salvaguardia del personale e dell’utenza".

Tornando quindi agli ospiti, l’Ausl, chiaramente, nel frattempo è corsa ai ripari per contenere il focolaio da 23 persone. Di queste, 9 sono state subito trasferite nelle aree Covid del 3° e 4° piano, per un totale di 74 pazienti ricoverati. Altri 14 pazienti positivi sono invece stati isolati al sesto piano. Ulteriori 13 sono stati isolati come contatti dei casi positivi accertati sempre al VI piano. Otto sono i pazienti in ECU, l’unità emergenziale del pronto soccorso cittadino.

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