Il sogno di Raffaele si realizzerà: "Porteremo in mare i meno fortunati"

La famiglia di Gulmanelli e gli amici avanti sosterranno il progetto ’Vela d’amare’ grazie a una raccolta fondi. Obiettivo permettere a tutti di uscire in barca: "Ci stava lavorando da tempo per chi è svantaggiato".

Il sogno di Raffaele si realizzarà: "Porteremo in mare i meno fortunati"

Il sogno di Raffaele si realizzarà: "Porteremo in mare i meno fortunati"

Raffaele Gulmanelli voleva portare in barca a vela le persone meno fortunate. Il suo obiettivo era far vivere a chiunque il mare, la sua maggiore passione, in tutte le sue sfaccettature. Ma poi la tragica morte di venerdì, a soli 36 anni, mentre era in apnea all’Isola del Giglio, sua seconda casa. Le persone più care hanno però deciso che il progetto deve continuare ugualmente. E così l’idea ’Vela d’amare’ verrà portata a termine. "Vogliamo che diventi realtà. Potete fare una offerta a questo conto Iban aperto proprio dalla sorella di Raffaele, Matilde Clelia: IT57E0359901899084628506996, beneficiario Gulmanelli".

A comunicarlo è direttamente la famiglia dell’istruttore subacqueo all’associazione Imolamare e assistente sociale del servizio dipendenze dell’Ausl. "Anche se gli ha preso la vita, il grande amore di Raffaele Gulmanelli era il mare. Ora un’iniziativa della sua famiglia e dei suoi amici più cari vuole tenerne vivo e onorarne il ricordo proprio portando sul mare, a scoprirne il fascino, le persone più svantaggiate con cui Raffaele era impegnato al dipartimento di salute mentale e dipendenze patologiche dell’Azienda sanitaria di Imola. Il progetto si chiama ’Vela d’amare’, perché così Raffaele che ci stava lavorando da tempo voleva si chiamasse, coniugando la passione per il mare con l’esperienza di libertà della barca a vela. L’imolese è deceduto venerdì a causa di un malore durante un’immersione all’Isola del Giglio, dove stava trascorrendo alcuni giorni di vacanza a Giglio Campese, dove la famiglia ha una casa e dove andava spesso. Proprio la sorella in particolare, e l’amico Silvano Brizzi, che erano con lui in quei giorni, sono le persone che per prime hanno cercato di soccorrerlo. Allarmati dal fatto che Raffaele non rientrasse, dopo avere allertato la Capitaneria di porto sono andati a cercarlo in barca. E nello specchio d’acqua denominato Capel Rosso dove stava facendo pesca in apnea lo hanno trovato. Hanno issato il suo corpo a bordo e cercato di rianimarlo praticando la respirazione bocca a bocca in attesa che arrivassero i soccorsi. Durante il rientro hanno incrociato la motovedetta della Guardia costiera che li ha scortati in porto. Sulla banchina l’intervento dei sanitari che per oltre un’ora hanno tentato in tutti i modi di rianimarlo, ma alla fine si sono dovuti arrendere all’irreparabile e hanno constatato il decesso. Raffaele era molto amato e apprezzato. Era un esperto subacqueo, istruttore per l’associazione Imolamare. Una passione che Raffaele condivideva con il padre Giampaolo, anche lui esperto apneista e fondatore, alla fine degli anni ‘60, dell’associazione Imola Sub. Quelle acque poi le conosceva molto bene. Ma nonostante la sua preparazione e la confidenza coi luoghi, gli sono state fatali. Proprio il padre ha voluto ricordare come quando si scende in mare il pericolo sia sempre presente e in agguato. E come proprio il destino toccato al figlio debba essere di monito a prestare la massima attenzione. Così che non accada ad altri".

Nei prossimi giorni è previsto il rientro della salma a Imola dalla provincia di Grosseto. Poi, per gli ultimi saluti, sarà alla camera mortuaria, prima del funerale che ci dovrebbe essere proprio qui sabato mattina, senza funzione religiosa. Prevista la cremazione con le ceneri che verranno disperse nel Mar Tirreno all’Isola del Giglio. Per far sì che il ricordo di Raffaele continui sempre a vivere.