REDAZIONE IMOLA

La tariffa puntuale non convince: "Assurdo il rischio di pagare di più"

I pareri dei cittadini dopo l’entrata in vigore delle nuove regole: "Aumenteranno gli abbandoni". E c’è chi suggerisce un cambio di prospettiva: "Funzionano meglio i premi invece che le penalizzazioni".

La tariffa puntuale non convince: "Assurdo il rischio di pagare di più"

Perplessità, dubbi e in generale poca convinzione. Queste sono le sensazioni dei cittadini imolesi che abbiamo ascoltato negli scorsi giorni dopo l’entrata in scena della tariffa puntuale, in vigore dal primo di gennaio. La possibilità di un aumento di costi proporzionato all’indifferenziata che viene buttata, risulta essere il problema maggiore per le famiglie e la maggior fonte di preoccupazione anche se le esperienze dei comuni vicini hanno mostrato nel tempo un vantaggio economico.

Un rischio, quello di un possibile rincaro, che fa perdere di vista il possibile risparmio e l’obiettivo della tariffa puntuale: quello di rendere la città più sostenibile: "Io ci tengo molto a fare l’indifferenziata, ma trovo assurda la possibilità di dover pagare di più –. racconta ad esempio Maura –. Tra l’altro alcuni cassonetti non funzionano bene, restano aperti a mezz’aria senza che qualcuno debba passare la tessera. Dovrebbero esserci più controlli in merito. In giro ci sono poi tanti sacchetti non buttati". "Io penso che non sia un servizio utile – dice Anna, mentre butta la spazzatura nei cassonetti della zona pedagna –. Abbiamo tutti una vita molto frenetica, aggiungere come stress ulteriore il pensiero del controllo della spazzatura è assurdo". Riprendendo le parole di Maura, anche Anna non ritiene proporzionata l’iniziativa rispetto a un aumento di costi.

La perplessità comune viene condivisa anche da Milena, che esprime dubbi sul funzionamento del servizio stesso: "Nei giorni scorsi mi è arrivata la comunicazione – dice – e francamente non ci ho capito molto. Credo che, in generale, quello della raccolta rifiuti sia un tema poco chiaro. Vorrei capire anche se questa cosa coinvolgerà anche la plastica o altro (no l’unico conteggio dei conferimenti sarà fatto sull’indifferenziata, ndr)". Milena non manca di porre l’accento sul prezzo, oggetto di discussione di tanti: "Già da sè, la tari che pago è costosa e a mio avviso non proporzionata all’appartamento in cui vivo – argomenta – . Ovviamente continuerò a fare l’indifferenziata, sperando di farla bene e di riuscire a rientrare nei quantitativi minimi che, a tal proposito, non ho ancora capito quali siano". Tra i tanti pensieri in giro, la ‘voce del popolo’ viene rappresentata da Marco, proprietario dell’ Edicola in Pedagna: "In giro c’è tantissima confusione. Le persone alla mattina vengono a chiedere a me cosa fare, sembro uno sportello dell’Hera. Di per sè, non vedo nessuno contento". Non mancano timori riguardo questo progetto: "La mia paura è quella che la situazione peggiori e che la gente, per paura di dover pagare di più, lasci in giro i sacchi dell’immondizia invece che buttarli. Bisogna vedere tra un po’ di tempo quali sono i risultati, per ora è ancora molto presto".

Un obiettivo buono, ma che può essere travisato– "Comprendo il fine utile del servizio, ma all’apparenza sembra un modo per guadagnare di più sui rifiuti della gente – riprende Marco –. Un sistema che quindi appare più che altro punitivo e che non coinvolge l’iniziativa vera e propria delle persone". Barbara, a tal proposito, ha un pensiero chiaro: "Secondo me, per tutto ciò che riguarda il tema dei rifiuti e dell’ecologia, bisognerebbe inserire un sistema più premiale che di danneggiamento. Solo così cambi la mentalità delle persone e permetti loro di adeguarsi a nuove abitudini".

Francesca Pradelli