FRANCESCA PRADELLI
Cronaca

Lo Sherlock Holmes di Marcorè: "È un musical con un equilibrio. Tanta partecipazione a teatro"

L’attore torna nei panni del celebre investigatore: "Vengo sempre volentieri a Imola". Spettacolo di grande successo: "Abbiamo sempre fatto tutto esaurito, è una responsabilità".

L’attore torna nei panni del celebre investigatore: "Vengo sempre volentieri a Imola". Spettacolo di grande successo: "Abbiamo sempre fatto tutto esaurito, è una responsabilità".

L’attore torna nei panni del celebre investigatore: "Vengo sempre volentieri a Imola". Spettacolo di grande successo: "Abbiamo sempre fatto tutto esaurito, è una responsabilità".

Sherlock Holmes - Il musical è il terzo appuntamento di prosa previsto dal cartellone del teatro comunale Ebe Stignani. Protagonista indiscusso del palcoscenico da oggi fino a martedì è Neri Marcorè, che torna a Imola dopo tanto tempo, stavolta nei panni dell’investigatore nato dalla penna di Arthur Conan Doyle. Nei panni di Watson c’è Paolo Giangrasso. Lo spettacolo andrà in scena con sei repliche, non come di consueto dal mercoledì bensì dal venerdì: la prima sarà quindi questa sera alle 21, poi domani alle 15.30 e alle 21, domenica 5 alle 15.30, lunedì 6 e martedì 7 alle 21. Biglietti su Vivaticket. Il botteghino del teatro Stignani sarà aperto, secondo disponibilità, anche i giorni di spettacolo dalle 19 alle 21 per le recite serali e dalle 14 alle 15.30 per le pomeridiane.

Marcorè, lei era già stato a Imola anni fa, cosa le è piaciuto della nostra città?

"La trovo una cittadina molto carina, centro storico molto bello, dalle dimensioni ottimali non è gigantesca, c’è tutto, il vantaggio è che sta a poca distanza da un centro come Bologna. Non trascuro l’aspetto di vicinanza con gli Appenini per trovare scenari ottimi per chi ama campagna e natura. È un posto dove sto sempre molto volentieri. So che il teatro, tra l’altro, è stato chiuso tantissimo tempo dopo che sono venuto, quindi è davvero un onore tornare sul palcoscenico in piena riapertura".

Come descriverebbe il musical in poche parole?

"Direi che è uno spettacolo che ha un buon equilibrio tra recitazione e canzoni. Il musical, quando si canta e basta, non è tra i miei generi preferiti, quindi giungere a questo compromesso in ‘Sherlock Holmes’ permette agli spettatori di godere di tanti aspetti, sia dal punto di vista musicale, sia della trama, ma anche dello scambio di battute, del ballo e delle scenografie".

Vede tanta partecipazione a teatro?

"Tantissima, finora noi come compagnia abbiamo sempre fatto tutto esaurito. Quando la gente decide di uscire di casa per andare a teatro non è scontato. Le offerte sono comunque tante, il fatto di essere scelti dal pubblico dà soddisfazione ed è una certa responsabilità. Ma a nome della compagnia, noi ce la prendiamo molto volentieri questa responsabilità di soddisfare il pubblico. Certamente, la gente ha voglia di ritrovare forme di spettacolo diverse dalla televisione o dal cinema, che stanno diventando sempre più settoriali. Di certo il teatro garantisce un certo tipo di coinvolgimento che rende unica l’esperienza. Dopo il COVID c’è stato un buon ritorno a vivere il teatro addirittura maggiore rispetto a prima".

Lei è un professionista sia della televisione, sia del cinema, sia del teatro. Tra questi a quale è più legato?

"Nel mio percorso ho cercato di nutrirmi di tutte le dimensioni artistiche possibili: c’è stata la televisione, il doppiaggio, il teatro, la radio, il cinema, la conduzione, adesso anche la regia cinematografica. Sono tanti aspetti che nutrono un artista perché si impara l’una dall’altra e ce le si porta dietro in ogni settore. Non c’è qualcosa che io preferisca in termini assoluti: i contenuti fanno la differenza. La televisione è molto cambiata rispetto agli anni in cui l’ho frequentata di più, anche come concezione di programmi. Quindi la trovo meno affascinante. Sono felice di star conducendo ArtFive, ma rimane qualcosa di più di nicchia".