Imola, 30 settembre 2024 – La passione per le due ruote motorizzate è ancora una forte calamita alle latitudini imolesi. Così l’ultima tappa del Campionato Italiano Velocità, di scena lo scorso weekend all’autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, è una sorta di ponte tra le pagine di storia motociclistica in riva al Santerno e l’attualità avara di eventi della specialità. Da evidenziare un momento di grande emozione quando è stato ricordato Luca Salvadori, il pilota scomparso due settimane fa.
“Ero qui nel 2002 per il leggendario duello finale tra Colin Edwards e Troy Bayliss per la conquista del titolo mondiale Superbike – racconta Davide Zanatta arrivato da Treviso -. E’ la mia quarta volta a Imola. Non riesco proprio a capire come mai questa pista, che reputo strepitosa, non ospiti più gare di moto di caratura iridata”. E prova a darsi qualche risposta: “Le corse adesso sono meno spettacolari e c’è poca gente sulle tribune, forse è una questione di budget – continua -. La storia del motociclismo, però, è passata da qui”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Roberto Bolognesi, centauro 71enne che corre addirittura nel Campionato Italiano Vintage in sella all’Aprilia 125: “Un circuito bellissimo, servito bene e una città accogliente. Imola per me è sempre stata un appuntamento fisso fin dai tempi della Coppa d’Oro Shell e della 200 Miglia – svela -. Mi faccio andare bene il Civ ma queste curve meriterebbero ben altro. La mia ultima volta all’Enzo e Dino Ferrari? Qualche settimana fa per la Mostra Scambio del Crame”.
Con la colonna sonora dei primi rombi di un lungo fine settimana durante il quale si assegneranno i titoli tricolore della Supersport 300 e 600, del Civ Femminile e della Premoto 3, si ragiona sulle cause della diaspora delle due ruote a motore dalla città di Checco Costa: “Con la F1 come evento principe del calendario, e una serie di altre competizioni di auto, per il ritorno di un mondiale di moto ci sono poche speranze – aggiunge Bolognesi -. Poi c’è l’eterna bagarre sul rumore che non aiuta”.
La pensa così anche Stefano Cassani di Lugo di Romagna: “Purtroppo il motociclismo non è il calcio, questo sport dà fastidio a qualcuno – non fa tanti giri di parole -. Con il pretesto del rumore, che troppe volte finisce in primo piano rispetto alle emozioni che questa disciplina regala, chi non ama le moto alimenta le polemiche. Ricordiamoci sempre, però, che è arrivato prima il circuito poi le tante abitazioni qua attorno”. Seduto sui seggiolini della tribuna centrale, per Davide Innocenti non ci sono dubbi: “Un tracciato tra i più belli del mondo – riflette -. Sono un appassionato e possiedo una moto. Le lamentele sul rumore hanno fatto desistere gli organizzatori dei format più noti che hanno puntato le loro mire su altri autodromi. E’ un peccato”.