Antico Tre Monti Imola, il ristorante abbassa la saracinesca: "La nostra avventura? Ripartirei domani"

Chiude lo storico ristorante di via Bergullo. I Bassi verso la pensione: "Sessant’anni di carriera, ormai non ce la facevamo più"

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Imola, 13 gennaio 2023 - Le dita passano su qualche foto polverosa: tra carte e scatoloni un poco gli occhi diventano lucidi. Si affida già ai ricordi Ondina Bassi nel cuore di quell’Antico Tre Monti, aperto nel 2008, e chiuso qualche giorno fa, giusto giusto con l’anno nuovo. L’amarezza è grande: "Non ce la facevamo più", dice chi ha vissuto sempre a piene mani il business della ristorazione e dell’ospitalità. Un’avventura lunga sessant’anni, e i coniugi Bassi (Ondina e Franco), ammettono: "Rifarei tutto, anche domani".

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L’esordio nella ristorazione è datato 1963 con l’acquisto dell’Hotel Olimpia. "Una grandissima esperienza – spiega Ondina –, lo portammo da 20 camere a 100, con una sala da 600 posti".

Ma la vera consacrazione è tra i rombi saettanti dell’autodromo, lì dal 1968 fino agli anni Duemila e oltre, a riempire bocche e pance di chi con i motori ci lavorava. "Quattro decenni indimenticabili – prosegue Ondina –, un mondo, quello delle due e quattro ruote, che ci ha portato l’affetto di tante persone. Ancora oggi ci cercano".

Dal 2008 in poi la tradizione è continuata, un po’ più lontano, tra le morbide colline d’Imola, su per via Bergullo, con l’apertura dell’Antico Tre Monti. Lì, dove comunque quell’aria carica di ottani ancora si respira, e il rettilineo pare essere a un tiro di schioppo, ogni giorno dalle cucine, per anni, sono usciti cestini e pranzi per gli addetti ai lavori del circuito: senza contare chi veniva ospitato nelle camere al piano di sopra. Piloti, team, meccanici: quelle pareti dall’intonaco bianco sono stati una casa, un punto di riferimento negli anni per tanti. Tra tutti gli amici del Panathlon di Imola, capeggiati dall’inossidabile Gianfranco ’Tigre’ Bernardi.

Ma "Franco (Bassi, ndr) era rimasto solo in cucina – spiega Ondina – e abbiamo capito che così non si poteva continuare. Abbiamo a lungo cercato qualcuno che ci desse una mano, contattando scuole e istituti alberghieri. Ma non abbiamo trovato nessuno".

Un team perfetto quello dei coniugi Bassi, delle vere e proprie macchine da guerra della ristorazione: lei in sala e lui in cucina. Accoglienza doc al cento per cento imolese, tra una chiacchiera al tavolo e qualche consiglio sulle pietanze del giorno. Poi ai fornelli lui, Franco, capace di sfornare piccoli grandi capolavori di piatti, come i ’Cuori tre monti’, ravioli ripieni dalla forma romantica e dal sugo setoso e un po’ peccaminoso. Insomma, mangiare al ristorante di via Bergullo è stato per tanti un punto fermo nell’ora del pranzo o della cena.

«La notizia ha colto tutti di amara sorpresa - scrive Vittorio Feliciani in una lettere inviata al nostro quotidiano –. Per la popolarità dei gestori, perché era un punto fermo della ristorazione tradizionale, capace di attrarre e compiacere palati raffinati romagnoli veraci e giramondo".

Ed è lo stesso Feliciani a dare una motivazione in più di questa chiusura inaspettata: "La scomparsa anni fa di Graziano - prosegue -, ha stravolto il lavoro nel ristorante, e Franco, il fratellone che non si ferma un istante da decenni, insieme con la moglie Ondina hanno avvertito la gravosità dell’impegno e hanno deciso di fermarsi per fare cose meno vincolanti e pressanti".

Un capitolo che si chiude quindi, ma non una storia che finisce quella dei Bassi. Resta il segno di una colonna portante della ristorazione imolese, legata a doppio filo con il mondo delle corse. "Ringrazio tutta la mia clientela, rimasta amica e fedele negli anni – chiude Ondina –, so che questo lavoro mi mancherà, ma porterò sempre con me i momenti più belli di questi sessant’anni di carriera, vissuti alla velocità della luce".