
I carabinieri stanno ricostruendo i contorni dell’aggressione avvenuta all’interno della discoteca Babau di Sforzacosta
Macerata, 23 gennaio 2018 - «Non l'ho toccato. Né lui né tanto meno la ragazza che era con lui. Gli siamo semplicemente passati accanto, senza dare fastidio a nessuno. Non so nemmeno se ci sia stata una spallata accidentale. L’unico fatto certo è invece la coltellata che ho preso io». Lorenzo Borroni, 22 anni, di San Ginesio, dal letto d’ospedale chiarisce quanto accaduto all’interno del locale Babau a Sforzacosta, nella notte tra sabato e domenica.
Nei guai è finito un 21enne di origini napoletane residente a Macerata, già noto alle forze dell’ordine per diverse reati, che avrebbe estratto un coltellino e ferito su un fianco il 22enne. «Gli siamo passati accanto – racconta Borroni –, si è agitato, abbiamo provato a dire di calmarsi. Poi, la coltellata». Si trovava nel locale con tre amici, quella sera. Uno di loro, Paride Carducci, anche lui di San Ginesio, si è preso un pugno in faccia, «dopo essere stato aggredito con graffi sul viso dalla ragazza che stava con il giovane che ci ha aggredito – spiega Carducci –. Tutto è cominciato quando stavamo per uscire dal locale, mancava qualche minuto alle quattro. Eravamo ai lati della pista da ballo, non trovavamo più il quarto ragazzo che era insieme a noi e lo stavamo cercando quando Lorenzo che era il primo della fila avrebbe inavvertitamente toccato con la spalla quel tipo, che poi ci ha aggredito. Quel ragazzo infatti, visibilmente fuori di sé, in uno stato molto alterato tanto che non saprei dire se fosse solo per l’alcol, ha iniziato a dare spinte, mentre in modo aggressivo chiedeva “Che vuoi? Che fai?’’. Lorenzo non fa in tempo a intervenire che lei, la ragazza che era con lui, mi salta addosso e mi graffia, anche lei era fuori di sé. Non ho neanche reagito contro di lei, mi sono solo coperto la faccia, c’era il rischio che mi conficcasse le unghie negli occhi, dato che mi ha graffiato appena sotto le palpebre. Mi ha anche strappato la felpa».
«In un attimo è intervenuto il buttafuori, che è riuscito a staccarmela di dosso – prosegue Carducci –. È in quel momento che il ragazzo mi ha colpito, con un pugno a lato dell’occhio. È stato forte, ho perso conoscenza per qualche secondo. Le gambe mi hanno ceduto e sono caduto a terra. Ho riaperto gli occhi, la vista era annebbiata, ho visto Lorenzo che si teneva la pancia che era ferita, c’era del sangue. È lui che mi ha aiutato ad alzarmi e mi ha detto: “Andiamo via, andiamo via che mi ha dato una pugnalata’’. Allora siamo usciti fuori dal locale, ricordo che barcollavo. L’aggressore era ancora dentro, ci hanno detto che era stato bloccato da un carabiniere in borghese. Nel frattempo sono arrivati i carabinieri».
Tutto è accaduto in un brevissimo lasso di tempo, «sarà trascorso un minuto, forse poco più, dalla presunta spinta al pugno e alla coltellata. L’aggressore non l’avevo mai visto». «L’educazione e il rispetto per il prossimo passano dalla famiglia, dalla scuola e, perché no, anche dai campi sportivi – scrive Fausto Bompadre, presidente della San Ginesio Futsal, calcio a 5, di cui Borroni fa parte e Carducci è tifoso – . In questo senso sono fiero del lavoro fatto e felice di poter condividere questo splendido progetto sportivo tutto ginesino con questi ragazzi, sempre corretti. Come si dice in questi casi, la loro unica colpa è di essersi trovati nel posto sbagliato, nel peggiore dei momenti. Torna presto Lorenzo, ti aspettiamo».