Aggredito in corso Cavour, Daniele Vecellio è tornato a casa

Il giovane papà è stato dimesso dopo due settimane in ospedale a Torrette. La mamma: "Fisicamente sta bene, sono molto contenta di riaverlo con me"

Torna a casa il papà aggredito in corso Cavour, in foto Matteo Luconi

Torna a casa il papà aggredito in corso Cavour, in foto Matteo Luconi

Macerata, 31 gennaio 2020 - "Fisicamente Daniele sta bene e, quando se la sentirà, sarà lui a parlare se lo vorrà. Io posso solo dire di essere molto contenta di rivederlo e riaverlo qui a casa". Così la mamma di Daniele Vecellio, il 36enne di Auronzo di Cadore preso a calci e pugni sabato 16 gennaio, intorno alle 20 davanti a un bar in corso Cavour, commenta il ritorno a casa del figlio dopo due settimane di ricovero in ospedale.  

Una gioia quasi inaspettata visto che le condizioni del 36enne erano state considerate, fin da subito, molto gravi dai medici, tanto che alla famiglia era stato anche detto che probabilmente Daniele "non sarebbe arrivato al lunedì successivo". E, invece, il giovane papà (con una figlia di appena due mesi) ha combattuto la sua battaglia ed è potuto tornare a casa, riabbracciando la sua famiglia che, in questi giorni, aveva potuto sentire solo tramite una videochiamata perché, a causa del Covid, a nessuno era stato permesso di entrare in reparto.  

Ora Daniele, che lavora in un’impresa edile di Montecassiano, avrà tempo per continuare a riprendersi e cercare di capire cosa sia successo quella sera dell’aggressione, anche se come aveva raccontato proprio la mamma nei giorni scorsi al Carlino: "Ricorda solo di aver aver sentito una grande botta in testa che qualcuno gli ha dato da dietro, senza che potesse difendersi. Poi non ricorda nulla". Nel frattempo le indagini, coordinate dal commissario capo Matteo Luconi, che guida la squadra Mobile, proseguono a ritmo serrato e, dopo aver raccolto le testimonianze di alcuni passati e anche lo stesso Vecellio, gli agenti potrebbero arrivare presto a una svolta importante. Secondo una prima ricostruzione, effettuata subito dopo l’aggressione, sarebbero due o tre le persone che avrebbero avvicinato Daniele e, tra urla, calci e pugni, la situazione sarebbe degenerata nel giro di pochi istanti.