PAOLA PAGNANELLI
Cronaca

Amianto nell’ex fornace, Cesarini a processo

La vicenda inizia con il crollo dei capannoni Smorlesi. Il legale rappresentante ora potrà chiudere la vicenda pagando un’oblazione

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di Paola Pagnanelli

La mancata bonifica dell’amianto dei capannoni alla fornace Smorlesi manda sotto processo Alfredo Cesarini, legale rappresentante e liquidatore della società. Ma per lui il processo si potrebbe chiudere pagando un’oblazione, per il reato di inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. La vicenda inizia dopo le nevicate eccezionali del febbraio 2012, che causarono il crollo delle coperture in cemento amianto e la frammentazione delle lastre dei capannoni a Valle Cascia di Montecassiano, alcuni dei quali vicini anche alle abitazioni. A marzo il Comune ordina alla Smorlesi di procedere con la messa in sicurezza, e di presentare un quadro della situazione. Inizia una corrispondenza tra la società, l’amministrazione comunale e l’Asur, e a giugno 2012 la Smorlesi comunica la necessità di bonificare entro 3 anni il capannone 32, la cui qualità era scadente. A ottobre 2013, il Comune chiede al servizio ispettivo dell’Asur di accertare come stessero andando le operazioni, e febbraio 2014 l’Asur comunica che i capannoni 32b, 38 e 24 sono da bonificare. Parte un nuovo scambio di lettere, ma a ottobre del 2015 l’ispezione Asur certifica lo stato scadente di conservazione delle coperture di tre capannoni, da bonificare immediatamente: il 32a, il 32b e il 38. A marzo del 2017, la conferenza dei servizi a Montecassiano indica la necessità di intervenire subito su quelle strutture. Ma la società, con una lettera firmata dal liquidatore Cesarini, fa presente che serve prima un accertamento sui danni causati dal terremoto. Il Comune insiste, rilevando che non c’erano ostacoli per l’intervento di bonifica e che la situazione dell’amianto è precaria. A maggio del 2017, la società scrive al Comune assicurando l’avvio dei lavori per l’estate, tranne che sul capannone 38 a causa dei danni causati dal sisma. Il sindaco Leonardo Catena a quel punto chiede un sopralluogo all’Asur e intima alla società di procedere con la bonifica entro 60 giorni. A dicembre, dopo un ulteriore sopralluogo della polizia locale secondo la quale il problema non è stato risolto, parte la segnalazione per la mancata osservanza dei provvedimenti dell’autorità nei confronti del legale rappresentante della ex fornace di Valle Cascia. Ieri dunque a Macerata era fissata la prima udienza, che però il giudice Paolo Properzi ha rinviato a marzo. L’imputato potrà chiudere tutto pagando una oblazione, come già anticipato ieri dall’avvocato difensore Giancarlo Nascimbeni.