
I figli della coppia: c’è stato uno sbaglio del gestore, solo risposte evasive ai nostri reclami formali
Cercano tariffe agevolate per la fornitura di gas e si ritrovano con una maxi bolletta. È la storia del 77enne Antonio Fortucci e sua moglie Maria Luisa Romaldi, che risiedono a Cingoli, nella frazione di Villa Pozzo. A raccontare la vicenda nel dettaglio sono i figli Romualdo (che vive negli Stati Uniti) e Giorgia. "Sta causando gravi difficoltà ai nostri genitori – spiegano – e, da quello che sappiamo, anche altre famiglie hanno dovuto affrontare la stessa problematica. Quindi vogliamo portarla alla luce affinché si trovi quanto prima una soluzione. A fine ottobre nostro padre si è recato all’ufficio postale per richiedere un contratto di fornitura gas agevolato per persone vulnerabili. L’intento era semplicemente contenere i costi per due abitazioni adiacenti, in via Villa Pozzo 69 e 71". Si tratta di due unità ristrutturate, congiunte per farne una (ma con due caldaie). "Tuttavia, senza alcuna spiegazione e contrariamente a quanto richiesto, gli sono stati attivati due contratti Placet, ben più onerosi, che hanno portato le bollette da circa 250 a quasi mille euro per ciascun immobile", proseguono.
Si tratta di offerte di energia elettrica e gas a condizioni contrattuali standard definite dall’Arera, ma con prezzi stabiliti dai singoli fornitori. "A seguito di questa scoperta, fatta il 19 gennaio – continuano i figli –, abbiamo presentato reclami formali a partire dal 20 gennaio. Abbiamo ricevuto alcune risposte generiche e contraddittorie, ma non è mai stato effettuato il ricalcolo delle bollette pregresse, come richiesto. Inoltre, da qualche giorno, è comparso nell’area clienti un avviso di sospensione della fornitura, generando ulteriore preoccupazione. Teniamo a precisare che la nostra intenzione è sempre stata quella di pagare, fin dal primo giorno. Ma chiediamo di pagare quanto effettivamente dovuto, e non importi gonfiati a causa di un contratto attivato erroneamente. Purtroppo i miei genitori, ormai disperati e sfiniti dalla situazione, sono arrivati al punto di voler pagare l’intera somma così com’è, anche se non dovuta, pur di non vivere più sotto questa minaccia costante. Trovo disumano il fatto che un’informazione così grave, come il rischio di distacco dell’utenza, sia stata mostrata solo sul sito web, senza che i miei genitori abbiano ricevuto alcuna comunicazione scritta o telefonica. È assurdo pensare che si possa trattare in questo modo persone anziane, che non hanno particolare dimestichezza con strumenti digitali. Nel frattempo mio padre è stato operato alla spalla all’inizio di febbraio, con successivo ricovero e un percorso di riabilitazione tuttora in corso, che durerà diversi mesi. Durante una visita all’ufficio postale il 21 gennaio, l’impiegata ha ammesso l’errore nell’attivazione del contratto; in due mail inviate dalla stessa all’ufficio centrale delle Poste viene nuovamente confermata la responsabilità dell’errore e la consapevolezza che non si trattava di un caso isolato. Non si tratta solo di un disservizio, ma di un comportamento che mette a rischio la serenità e la sicurezza di cittadini fragili, spesso soli". I figli della coppia evidenziano che i genitori, finché la situazione non si risolve e non viene effettuato il ricalcolo, risultano morosi. E altre bollette sono in arrivo.