ASTERIO TUBALDI
Cronaca

Defibrillatore in piazza scomparso dopo l’uso

Era servito un mese fa a soccorrere un passante colto da un malore. È stato rimesso a posto solo ieri: trenta giorni per essere ricaricato.

Sandro Pierini in piazza Leopardi

Sandro Pierini in piazza Leopardi

Recanati festeggia un miracolo e si dimentica del seguito. È accaduto tutto in piazza Leopardi, dove un defibrillatore pubblico (Dae) ha salvato la vita a un uomo colto da arresto cardiaco grazie al pronto intervento di una dottoressa di passaggio.

Un episodio che conferma l’importanza vitale di questi dispositivi. Ma la storia ha preso una piega paradossale. Il Dae usato nel salvataggio è infatti scomparso dalla sua teca subito dopo l’intervento e vi è tornato solo ieri, quasi un mese dopo. In tutto questo tempo, chi frequentava la piazza trovava solo una vetrinetta vuota: un simbolo amaro di come anche la sicurezza possa diventare un optional. A denunciare per primo l’assenza prolungata è stato Sandro Pierini, cittadino recanatese e cardiopatico: "Ho chiesto alla polizia municipale quando rimetteranno il defibrillatore, ma dopo una settimana ancora nessuno sapeva nulla. Per chi come me ha un cuore fragile, quel dispositivo è una speranza di vita. È inconcepibile lasciarlo mancare per giorni".

Il paradosso è ancora più stridente se si pensa che, proprio davanti a quella postazione, pochi giorni prima dell’emergenza si era tenuta una cerimonia ufficiale per l’inaugurazione del Dae: foto di rito, slogan sulla sicurezza, promesse di sensibilizzazione. Ma perché dopo la prima emergenza il defibrillatore è stato rimosso? La motivazione?

Il defibrillatore era sotto carica: una spiegazione tecnica che, però, solleva una domanda inevitabile: quanto tempo serve davvero per ripristinare un Dae? Secondo le linee guida, dopo l’uso occorre sostituire gli elettrodi monouso, controllare la batteria (soprattutto se è stato erogato uno shock), effettuare eventuali test diagnostici e richiudere la postazione. Un’operazione che, se i materiali sono disponibili e c’è un referente pronto a intervenire, può richiedere da mezz’ora a qualche ora al massimo. Se servono nuovi pezzi, può bastare un paio di giorni lavorativi. Allora perché a Recanati ci è voluto un mese? È una domanda che resta, al momento, senza risposta. E che ne solleva altre: chi è responsabile della sua manutenzione? C’è un protocollo per il reintegro tempestivo dei Dae usati? Chi garantisce che in caso di una nuova emergenza la città non si trovi impreparata? Intanto, per fortuna, il defibrillatore è tornato al suo posto.

Asterio Tubaldi