"Fare l’arbitra ha forgiato il mio carattere"

Katia Senesi, del comitato nazionale dell’Aia, protagonista in classe: "Un’esperienza utile anche per affrontare le sfide della vita"

"Fare l’arbitra ha forgiato il mio carattere"

"Fare l’arbitra ha forgiato il mio carattere"

A scuola abbiamo avuto un incontro speciale che ci ha permesso di conoscere meglio il ruolo dell’arbitro di calcio. Abbiamo incontrato Katia Senesi, del comitato nazionale dell’Associazione arbitri (Aia), consigliere federale del settore tecnico della Federcalcio e membro della Uefa, che ha illustrato la figura dell’arbitro e ci ha raccontato la sua esperienza. (2ªD).

Ha iniziato a giocare a calcio a circa 10 anni. Poi si è iscritta al corso per diventare arbitro. Ci ha raccontato che non era intenzionata a fare l’arbitro, ma sapeva che ciò le avrebbe permesso di entrare gratis allo stadio.

Beatrice Scorpecci, Alessia Passarini 2ªC

Poi si è appassionata sempre di più a questa figura che è diventata una professione e per la quale ha ricevuto premi e riconoscimenti. Durante il suo percorso di formazione, mentre interiorizzava le norme e gli adempimenti da seguire, costruiva il carattere cercando di fare proprie qualità come lealtà, tenacia, sicurezza, fiducia nelle sue possibilità, determinazione per affrontare le sfide sul campo e nella vita.

Nicola Cimarelli, Matteo Massucci, Alessandra Corsi, Alessio Luconi 2ªC

Quando ha comunicato ai suoi l’idea di diventare arbitro loro non erano d’accordo. A loro dispiaceva che venisse criticata o insultata durante le gare. Ci ha raccontato che una volta i genitori si trovavano allo stadio e quando i tifosi hanno cominciato ad insultarla, la mamma ha fatto finta di non conoscerla per paura di essere investita anche lei dalle offese.

Riccardo Menichelli, Matteo

Serrani, Riccardo Oro 2ªC

Non le importa se la chiamano arbitro o arbitra, ha aggiunto che quella “o” finale le donne se la sono guadagnata con lavoro e impegno. Essere donne ed essere arbitri non c’entra con la parità di genere o le quote rosa, anzi, è qualcosa che, grazie a una serie di caratteristiche caratteriali, se rapportate con quelle dell’uomo, rende questo sport tagliato per le donne.

Asia Gigli, Leonardo Feliziani, Giulia Semmoloni 2ªC

Ha condiviso con noi il ricordo della sua prima gara. Pensava di essere già esperta e preparata. Era convinta che sarebbe stato facile. Invece, commise tanti errori. Di quella esperienza ricorda la sensazione di essere sola di fronte a tutti. In quei momenti bisogna tirar fuori il coraggio

Sofia Ansovini, Sofia Del Dotto, Almir Ahmeti 2ªD

Ci ha spiegato che essere arbitro non è facile. Durante le gare l’arbitro rappresenta il rispetto delle regole. Succede che molti si oppongono alle sue decisioni e non riconoscono le sue disposizioni ostentando comportamenti con polemiche o ingiurie.

Matteo Pasetti, Emma Fiorgentili 2ªD

Allo stadio assistiamo a scene di prepotenza e violenza e l’arbitro è la vittima principale. Abbiamo ragionato su ciò ipotizzando alcune cause che possono portare a simili comportamenti. Molti spettatori si sfogano dello stress accumulato in settimana o in un’epoca in cui il gioco on line ci proietta in scenari di violenza e di aggressività virtuali che non creano vere ferite fisiche, si pensa che anche nel gioco sul campo si possa agire allo stesso modo, quindi senza provocare reali conseguenze…

Alessio Parrucci, Robel Makisou, Lorenzo Foglia 2ªC

L’arbitro non deve farsi condizionare, deve usare il fischietto o tirare fuori i cartellini senza tener conto delle eventuali contestazioni. In questi momenti si deve agire con razionalità e concentrazione. Si devono osservare con attenzione tutte le azioni e prendere decisioni in modo veloce. Può capitare anche di sbagliare… Ha aggiunto che a fine partita le è capitato di ripensare alle scelte prese in campo, specie all’inizio della carriera.

Enrico Cacciolari, Mattia Crocenzi, Luna Pelliccioni, Aurora Shehu 2ªC

Ci ha confidato che è arbitro anche quando non è in campo. Mentre guarda una partita, a casa in tv o allo stadio, vive un doppio divertimento perché, oltre a godersi lo spettacolo, presta attenzione alle regole del gioco e alle azioni dell’arbitro!

Matilde Palmieri 2ªC

Ci ha rivelato che la prima regola che un arbitro deve imparare a rispettare è l’imparzialità. Mentre si arbitra i sentimenti e le simpatie per giocatori o per squadre devono lasciare il posto al rispetto per il gioco.

Micol Raponi, Ludovica Rossi, Marco Lanari 2ªC

I giocatori dovrebbero tenere un comportamento corretto. Spesso assistiamo a simulazioni per avere un rigore o una punizione. Ci sono molti giocatori che non accettano la decisione e agiscono in modo scorretto.

Valton Emini, Samin Pal, Anxhelo Kopili 2ªD

Ci ha raccontato di aver assistito a molte azioni di fair play. Ci ha raccontato uno dei tanti episodi attraverso un esempio. Ha fatto alzare tre di noi assegnando ad ognuno un ruolo: arbitro, attaccante e difensore. Poi ci ha fatto simulare la scena. Il giocatore inciampa in area accanto al difensore, l’arbitro assegna il rigore. A quel punto l’attaccante si alza e ammette che non c’è il fallo perché era inciampato da solo. Ci ha raccontato il seguito della storia dicendo che il direttore ha stretto la mano al giocatore complimentandosi per il buon gesto di fair play.

Dylan Mercuri, Natalia Cesolari, Letizia Menchi 2ªD

Ci ha spiegato che l’uso dei dispositivi ha portato molti cambiamenti. C’è più sicurezza e una migliore qualità dell’operato lavoro dell’arbitro. Negli ultimi anni è stato introdotto il Var; l’utilizzo in campo dei video di gara consente all’arbitro di valutare meglio le decisioni. Poi, insieme con lei, abbiamo analizzato i fattori negativi dell’uso della tecnologia. Sempre più persone usano i social per inviare insulti a giocatori, tecnici e arbitri, in particolare questi ultimi sono i più criticati dai tifosi se la partita non finisce con il risultato sperato.

Tea Pasqualini, Gessica Bardhi, Giulia Gatti 2ªD

Ci ha raccontato che non ha un rito scaramantico prima di una gara, ma che fin da quando ha iniziato ad arbitrare ha sempre usato lo stesso fischietto di colore verde e anche ora ai più importanti match lo porta sempre con sé.

Bleona Seferi, Aleandro Mercuri 2ªD

Quando è terminato il tempo per l’incontro, Katia Senesi ha usato il fischietto per decretare la conclusione dell’intervista. Poi ha consegnato alla nostra prof. il fischietto da usare in classe per segnalare i tempi di lezione e i cartellini gialli e rossi dicendole che potrà tirarli fuori quando ci sarà bisogno di ammonirci, speriamo poche volte!.

2ªC