LORENZO FAVA
Cronaca

Ferretti racconta il grande Pasolini. Le storie in "Bellezza imperfetta"

Lo scenografo maceratese, nel libro curato da Miliozzi, riporta aneddoti e ricordi sul lavoro del regista e poeta .

Lo scenografo maceratese, nel libro curato da Miliozzi, riporta aneddoti e ricordi sul lavoro del regista e poeta .

Lo scenografo maceratese, nel libro curato da Miliozzi, riporta aneddoti e ricordi sul lavoro del regista e poeta .

A cinquant’anni di distanza dall’omicidio Pasolini, Dante Ferretti racconta il suo rapporto con uno dei più grandi intellettuali del ‘900. "Bellezza imperfetta è un libro di aneddoti ed episodi accaduti dentro e fuori dal set cinematografico – spiega il curatore del volume, David Miliozzi –, Ferretti offre un ritratto inedito del poeta e regista tra ricordi, bozzetti delle scenografie dei film. È sorprendente vedere come queste corrispondano alla perfezione a quelle degli otto film a cui hanno collaborato".

Ferretti ha iniziato ad assistere Pasolini quando era ancora ventenne. In 160 pagine lo scenografo dipinge Pasolini come "un uomo che amava profondamente ogni sfaccettatura della vita, dall’arte al cibo e al vino, passando per il calcio e naturalmente la poesia. Il suo carisma e la sua aura intellettuale, la sua apertura alle scene del mondo era totale. Uno degli aneddoti simbolo di questa sua dote raccontato nel volume – racconta Miliozzi – è quello accaduto sul set del primo film a cui Ferretti collaborò, “Il vangelo secondo Matteo“, del 1964. Caddero delle brocche mentre viene girata la scena di Erode; Pasolini stemperò con una battuta e un sorriso la tensione che si era creata. Sul set del “Decameron“, invece, Pasolini interpreta l’allievo di Giotto. Vedendo dei ragazzini scivolare sul corrimano di una chiesa, il regista volle riprendere quello scorcio". Quando Ferretti fa notare al regista la discrasia temporale fra la balaustra quattrocentesca e l’ambientazione trecentesca del film ispirato all’opera di Boccaccio, Pasolini risponde che "Non giriamo un documentario storico, ma un’opera d’arte; nell’arte non bisogna porsi regole o limiti".

Pasolini amava il calcio, e Bellezza imperfetta racconta che i due "videro insieme, a casa della Callas, la celebre Italia - Germania 4 a 3 dei mondiali del ‘70. Avevano una profonda confidenza anche fuori dal set, nonostante si siano dati sempre del Lei". "Sono le imprecisioni secondo Pasolini a rendere vera la bellezza dell’opera – chiude Miliozzi –, ecco perché Bellezza imperfetta".

Ferretti stesso racconta: "La mattina in cui hanno trovato il cadavere di Pier Paolo, l’avvocato Marazzita mi chiamò per chiedermi di andare all’Idroscalo, voleva che facessi dei disegni sul posto. L’immagine di quel corpo deturpato, schiacciato dalla sua stessa auto, era l’estremo tableau vivant caravaggesco di un Cristo martoriato nella carne e nelle ossa, un’icona brutale, la negazione del Pier Paolo che conoscevo io, il Maestro che mi ha inventato, e mi ha reso ciò che sono. Pier Paolo mi ha insegnato a non avere paura delle mie paure".