FRANCO VEROLI
Cronaca

Fine anno con la Tari in arrivo. E sulla nuova discarica l’Ata è ferma

Tassa sui rifiuti, i maceratesi stanno ricevendo i bollettini per il pagamento del saldo. Nel 2025 altri aumenti .

L’impianto di Cingoli. Sulla gestione dei rifiuti sono in corso trattative per poterli trasferire in provincia di Ancona, ad un prezzo più basso rispetto a quello pagato per. Pesaro

L’impianto di Cingoli. Sulla gestione dei rifiuti sono in corso trattative per poterli trasferire in provincia di Ancona, ad un prezzo più basso rispetto a quello pagato per. Pesaro

Un "regalo" di fine anno annunciato, ma senza ombra di dubbio non gradito. In questi giorni i cittadini residenti nei comuni della provincia stanno ricevendo i bollettini per pagare il saldo della Tari, la tassa sui rifiuti. In precedenza era stato loro inviato il bollettino per pagare l’acconto, visto che non era ancora stato acquisito a regime l’aumento approvato dall’Assemblea territoriale d’ambito per il 2024, al quale se ne aggiungerà un altro nel 2025.

Non è colpa del destino cinico e baro, visto che una delle cause principali degli aumenti è data dal fatto che da diversi mesi (e non sappiamo ancora per quanto) stiamo trasferendo i nostri rifiuti in un sito in provincia di Pesaro, a costi più che raddoppiati se lo smaltissimo nel nostro territorio: compreso il trasporto, circa 180 contro 80 euro a tonnellata.

Dovrebbe essere una soluzione temporanea, in attesa che si realizzi la nuova vasca a Fosso Mabiglia di Cingoli, quella che dovrebbe funzionare il tempo necessario, circa tre anni, per realizzare una nuova discarica. Ma sulle opere da fare a Cingoli c’è un forte ritardo e il sito per la nuova discarica non è neppure stato individuato. Il risultato non è prevedibile, è certo: ci saranno ulteriori aumenti della Tari anche nel 2026. Una eventualità che sarà difficile evitare, anche se sono in corso trattative per poter trasferire i rifiuti in provincia di Ancona, ad un prezzo più basso rispetto a quello di Pesaro.

La responsabilità è dell’Assemblea territoriale d’ambito, che riunisce i comuni della Provincia, che per opportunismi politici ha scelto di non scegliere, rinviando continuamente l’individuazione del nuovo sito. Dopo un 2022 di inerzia, il 29 aprile dello scorso anno, in una intervista rilasciata al nostro giornale, il presidente dell’Ata, Sandro Parcaroli, disse: "Ho chiesto di avere dieci siti, meglio se cinque, entro l’estate. Faremo una graduatoria, non sarà facile mettere d’accordo i sindaci, ma entro l’anno arriveremo ad una decisione, per forza".

Già. Il fatto è che a fine 2023 non è successo nulla, non sono stati portati all’esame dell’assemblea né dieci, né tanto meno, cinque siti. Il 2024 aveva lasciato ben sperare, visto che il numero dei siti tra i quali scegliere quello per la nuova discarica è stato ristretto.

E, invece, siamo a fine anno e nulla è cambiato. Peggio: l’Ata non è stata neppure convocata, forse per evitarsi la brutta figura di ripetere le stesse cose dette un anno fa. Sono passati quasi otto anni da quando, all’inizio di agosto del 2017, il consiglio provinciale approvò le tavole sulla macrolocalizzazione delle aree idonee.

A fine giugno 2020 l’Ata di Macerata ha approvato i criteri per la localizzazione del sito, che sarebbe stato individuato solo dopo l’elaborazione dei piani di dettaglio da parte dei Comuni.

Tanto è bastato per fare scattare 12 ricorsi al Tar e indurre non pochi sindaci a tornare sui propri passi.

A fine 2021 è stata ampliata la discarica di Cingoli, per giungere fino all’autunno 2023. Nel 2022 non c’è stato nessun reale passo in avanti. Il 2023 doveva portare la soluzione: così non è stato. E non l’ha portata neanche il 2024.