
Ussita fa il pieno di tifosi con la Tirreno-Adriatico. La sindaca Bernardini: "A breve i lavori per la cabinovia"
Una giornata di quelle che forse non si vedevano neanche ai vecchi tempi, quando il terremoto non aveva ancora fatto scempio dell’entroterra maceratese e gli inverni erano all’insegna della neve, con hotel pieni e appassionati sulle piste. Ieri l’arrivo della Tirreno-Adriatico ha reso per un giorno Frontignano la capitale del ciclismo italiano e internazionale. E pazienza se sulla linea del traguardo a festeggiare è stato Juan Ayuso e non il beniamino dei tifosi italiani, quel Pippo Ganna che sulle rampe della strada che collega Ussita a Frontignano ha perso 50 secondi, salutando così la maglia azzurra di leader della classifica generale e la possibilità di vincere la Corsa dei Due Mari.
Oggi si riparte da Porto Potenza con destinazione San Benedetto, traguardo finale dell’edizione 2025 della Tirreno-Adriatico. Una passerella quasi del tutto pianeggiante, niente a che vedere con le montagne che hanno caratterizzato la tappa di ieri, partita da Cartoceto (nel Pesarese) e arrivata nel cuore dei Sibillini dopo aver attraversato i territori di Matelica, Castelraimondo, Camerino, Muccia, Pieve Torina, Visso e Castelsantangelo sul Nera.
Un viaggio nel cuore del cratere del terremoto, punteggiato da macerie, edifici demoliti, cantieri e gru. Proprio alle gru ha fatto riferimento Guido Castelli, commissario straordinario alla ricostruzione, per spiegare il senso dell’arrivo del grande ciclismo nell’entroterra maceratese. "Il significato di questo arrivo di tappa – ha spiegato il senatore ascolano – è sintetizzabile in tre elementi. Il primo è la grande vetrina che solo uno sport come il ciclismo può assicurare. Il secondo è documentare i passi in avanti che stiamo facendo sul fronte della ricostruzione: finalmente abbiamo visto una tappa piena di gru e di cantieri. Terza cosa: Frontignano sarà al centro di un grandissimo investimento che il prossimo anno ci consentirà di avere una cabinovia nuova di zecca, con una stazione di arrivo avveniristica e sostenibile". "I lavori partiranno questa primavera", spiega Silvia Bernardini, sindaca di Ussita, che sui tempi di conclusione dei lavori preferisce non sbilanciarsi. L’impianto sarà a servizio del "Canalone" di Frontignano e sarebbe una svolta per il turismo invernale della zona. "È l’unico posto – aggiunge Bernardini – che può contare su un innevamento continuo, da dicembre a marzo". Sono poi alle battute finali i lavori (da circa venti milioni di euro) per l’ex Ambassador, "con i suoi 110 appartamenti. La struttura è antisismica, in legno. La Tirreno-Adriatico è un’occasione incredibile per mettere in mostra la bellezza dei nostri posti e il lavoro di ricostruzione che stiamo portando avanti. Una ricostruzione non solo fisica, delle case, ma anche della comunità".
Una comunità che, al di là della festa di ieri, si trova quotidianamente a fare i conti con mille problemi. Solo per restare a Ussita, i residenti tornati nelle loro case si contano praticamente sulle dita di una mano. Chi è rimasto vive ancora nelle Sae. "Dove sorgeva la mia casa, che è stata demolita nel 2018 – racconta Maria Grazia Mariangeli, la tabaccaia del paese – nel frattempo sono cresciute delle piante. E anche se ricostruisci le case, chi ci andrà ad abitare? La verità è che i giovani non possono restare qui. Ben vengano iniziative come la Tirreno-Adriatico, però non risolvono i problemi: arrivi qui ma non c’è un ristorante, non c’è un albergo". La salita da scalare, una volta spente le telecamere della Tirreno-Adriatico, è ancora lunga e impegnativa, come spiega Andrea Spaterna, presidente del Parco dei Sibillini: "Servirà del tempo, ma la ricostruzione sta procedendo. Dobbiamo però darci da fare per rigenerare il tessuto sociale ed economico, affinché la gente rimanga in questi posti".

