La nipote di un partigiano "Anna Frank, targa di cartone"

Giardini intitolati alla ragazzina ebrea, lettera aperta firmata da Lia Marchetti "Anpi e minoranze non hanno mostrato alcun sussulto riguardo al trattamento".

La nipote di un partigiano  "Anna Frank, targa di cartone"

La nipote di un partigiano "Anna Frank, targa di cartone"

di Lorena Cellini

"Rivendico con orgoglio la libertà di sentirmi divisiva rispetto al passato totalitario fascista". Comincia così una lettera aperta firmata da Lia Marchetti, nipote di Orlando Marchetti, partigiano civitanovese morto a soli venti anni nel 1945 nella battaglia per la liberazione di Ravenna. Parole condivise da Tiziana Streppa, residente dell’associazione Civitasvolta, e la lettera è anche un attacco all’Anpi di Civitanova. "L’Anpi locale – scrive la Marchetti – e le minoranze consiliari il 25 aprile non hanno pubblicamente mostrato alcun sussulto riguardo il trattamento ad Anna Frank con una targa di cartone affissa ai giardini a lei intitolati o con la bandiera Tricolore sbrindellata sul pennone del monumento alla Resistenza". Critiche poi alle decisioni della commissione toponomastica comunale che ha scelto Sergio Ramelli, studente di destra ucciso durante gli anni di piombo, come unico simbolo della violenza politica di quegli anni. "Ritengo fondamentale – dice – il valore educativo e sociologico delle decisioni sull’intitolazione delle vie con linee guida precise, secondo regolamento. Per questo ho chiesto al Comune di avere copia dello stesso corredato da una mappa aggiornata per capire il senso delle scelte". "Per capire – continua – cosa c’entra la vittima della Shoah con il quartiere dedicato alla storia del Risorgimento. Cosa c’entra e che valore ha una via dedicata al gerarca fascista Italo Balbo nel quartiere Fontespina, dedicato ai grandi navigatori. E vorrei capire perché i partigiani sono relegati nelle vie di periferia con targhe anonime, anche Orlando Marchetti". Dura con l’Anpi "che ha deposto la corona alla lapide dei partigiani presso il cimitero cittadino il giorno del 24 aprile. Questo fatto ci fa capire che con la storia non si scherza, non si deve cambiare nulla, perché si inizia così, col cambiare il giorno poi si stravolge tutto l’impianto oggettivo. Se la motivazione per intitolare una strada a Sergio Ramelli è l’età, allora ricordate Angela, la vittima più giovane della strage nera alla stazione di Bologna".