
Macerata, la cerimonia laica a Sforzacosta per l’ultimo saluto all’ex assessore "Una persona ironica e colta, aveva il pregio di guardare oltre l’immediato".
"Renato Pasqualetti per tanti di noi ha rappresentato un punto di riferimento politico e umano. È stato un professore, un amministratore, un intellettuale. Una persona ironica e colta". Centinaia di persone hanno voluto salutare, nella casa funeraria della Croce verde a Sforzacosta, Renato Pasqualetti, scomparso a 77 anni. Irene Manzi, deputata del Partito democratico, ha parlato nel corso della cerimonia laica di "una persona molto importate per Macerata, per tanti di noi un riferimento politico e umano, una persona che con la sua ironia e la sua cultura è stata importante per dare una prospettiva a questa città. Ricordarlo è stato spontaneo, c’è stato tanto affetto". Tra gli interventi che si sono susseguiti, quelli di Mauro Binci, di Fabio Tiberi, che ha ricordato della Filarmonica marchigiana, di Fabio Renzi, con cui Pasqualetti ha condiviso tanto, della giornalista del Tg3 Maria Francesca Alfonsi, di Luca Cristini, che con lui ha lavorato al progetto Aleandri, e molti altri. Anche gli ex assessori Massimiliano Bianchini, Stefano Di Pietro, Luciano Pantanetti, e Alferio Canesin lo hanno ricordato. "Aveva il pregio di saper guardare oltre l’imminenza, con un ragionamento politico e amministrativo di spessore e grande prospettiva. Da assessore ai beni culturali in Provincia, il suo operato è stato innovativo, e sul piano culturale era punto di riferimento", ha raccontato Bianchini. Di Pietro ricorda che "fu mio professore a scuola, poi lo ritrovai nel partito e negli enti. Da lui ho appreso molto. Una persona ironica, di grande cultura e grande intelligenza. Sapeva dare i giusti stimoli. In politica abbiamo condiviso il direttivo del Pd, abbiamo fatto un bel pezzo di strada insieme". Pantanetti ricorda Pasqualetti "dalle campagne elettorale degli anni ‘80. Era un vulcano di idee, con ottime intuizioni, e capace di analizzare la politica in maniera diversa da tanti altri". Per Canesin, Pasqualetti è stato "prima di tutto un amico. Ci manca molto, ha fatto parte della nostra storia, della nostra politica e della nostra cultura. Da lui abbiamo sempre avuto un appoggio politico, morale e sociale".