REDAZIONE MACERATA

Lepre muore in una rete da caccia: "Una pratica violenta e assurda"

Indignazione per la scoperta di una lepre uccisa da una trappola di caccia in una proprietà privata a Matelica. Il proprietario denuncia l'assenza di rispetto per la proprietà privata e gli ambientalisti condannano la pratica violenta e sanguinaria.

Ha suscitato profonda indignazione il ritrovamento di una lepre uccisa da una rete in una proprietà privata, una trappola di caccia, che ha scatenato le ire degli ambientalisti. Lo stesso proprietario dell’appezzamento, l’enologo Roberto Potentini ha manifestato la sua irritazione per quanto accaduto. "Uscendo di casa – ha raccontato – ho visto delle persone sparse nei miei campi ed in quelli dei vicini, poi una rete tirata come trappola, anche nella mia proprietà, con una lepre enorme morta, dopo ore di sofferenze, imbrigliata. Nessuno mi aveva detto nulla. Da ciò desumo che la proprietà privata non esiste e quindi si possono fare battute di caccia con cani e cacciatori che spingono le lepri contro le reti e passarle per catture". Sulla questione è intervenuto anche l’ambientalista e delegato regionale della Lac, la Lega anti-caccia, Danilo Baldini, domandandosi: "È mai possibile che i cacciatori in una zona di ripopolamento e cattura posizionino delle reti per la cattura delle lepri, senza peraltro avvisare il proprietario del fondo e queste ci rimangano impigliate e muoiano fra atroci tormenti? Ufficialmente la stagione venatoria è finita il 31 gennaio, ma come è evidente questa pratica violenta e sanguinaria non conosce soste e prosegue tutto l’anno".

m. p.