Mattatoio pronto a ripartire: "Ma servono investimenti"

L’attività riprenderà alla fine di maggio dopo sei mesi di stop forzato "La struttura ha bisogno di interventi importanti: Comune e Regione ci aiutino".

Mattatoio pronto a ripartire: "Ma servono investimenti"

Mattatoio pronto a ripartire: "Ma servono investimenti"

Ripartirà a fine maggio, dopo sei mesi di stop, l’attività del mattatoio Cozoma di Macerata, grazie all’intervento di Coldiretti Marche, Coldiretti Macerata e Bovinmarche che hanno cercato una soluzione, fin dall’apertura di un tavolo di crisi che ha coinvolto il Comune di Macerata e la Regione Marche, per evitare che gli allevatori dovessero rivolgersi al mattatoio di Teramo. Per i lavori è stata la BovinMarche, la cooperativa entrata nel consorzio Cozoma nel 2022, ad attivarsi. Un investimento che permette a circa 600 aziende zootecniche, provenienti anche da fuori provincia, di non perdere il punto di riferimento sul territorio maceratese. "Dovendo conferire a Teramo – spiegano il presidente di Bovinmarche, Domenico Romanini, e il presidente di Coldiretti Macerata, Francesco Fucili – i costi raddoppiavano senza considerare la perdita di qualità dovuta allo stress del bestiame durante il trasporto".

"Ora, dopo sei mesi, possiamo riprendere, ma le attività che abbiamo effettuato sono il minimo sindacale in una struttura che avrebbe necessità di interventi importanti. Per questo – proseguono Romanini di Bovinmarche e Fucili di Coldiretti – facciamo appello al Comune e alla Regione Marche affinché si mobilitino per sostenerci e preservare un presidio importante per la zootecnia regionale". Il mattatoio è stato più volte a rischio chiusura in questi anni e anche all’ingresso di Bovinmarche nella compagine societaria si parlò di salvataggio. Bovinmarche è una cooperativa che riunisce numerosi allevatori che producono con metodi ancora tradizionali: i pascoli sono utilizzati dalla primavera all’autunno e i bovini vengono alimentati con foraggio fresco e fieno essiccato, integrati con cereali e leguminose da granella. L’obiettivo è proporre una carne tracciata capace di rispondere alle esigenze di un mercato che consuma meno (secondo i dati Istat negli ultimi dieci anni le famiglie italiane che mangiano carne bovina almeno una volta alla settimana sono diminuite del 13%), ma desidera maggiore qualità.