Omicidio di Rosina, nessuna confessione da Enea. "Ma la storia del ladro non c’è più"

L’avvocato Netti a colloquio in carcere con il nipote della 78enne: sta giù, capisce la gravità della situazione. "Ha chiesto notizie sulle condizioni della madre. Ora deve rispondere con sincerità a una serie di domande"

Enea con la madre Arianna

Enea con la madre Arianna

Macerata, 19 febbraio 2021 - Chiede della madre, accusa il colpo della reclusione ma non si lamenta troppo: è Enea Simonetti, in carcere da una settimana con l'accusa di aver ucciso, sotto la regia di sua madre Arianna Orazi, la nonna 78enne Rosina Carsetti, la sera della vigilia di Natale. Ieri mattina, dalle 8.45 alle 11, il 21enne ha avuto un lungo colloquio con i suoi difensori, gli avvocati Andrea Netti e Valentina Romagnoli. I legali non parlano di confessioni, né di accuse verso altri. Ma il quadro è ovviamente cambiato, dopo aver letto l’ordinanza che ha portato madre e figlio in carcere, lui a Montacuto e lei a Pesaro. "Cancelliamo la lavagna. La storia del ladro entrato in casa non è più sul tavolo e ora valutiamo come procedere – dice l’avvocato Netti –. Durante il colloquio abbiamo analizzato con Enea Simonetti alcuni punti dell’ordinanza, tralasciando per il momento alcuni passaggi più delicati".

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I difensori hanno parlato al ragazzo del padre, che vuole mettersi in contatto con lui: il genitore aveva criticato anche in tv il rapporto tra il ragazzo e sua madre, descritta in termini tutt’altro che lusinghieri, definendola "una bestia feroce". "Enea ha chiesto di sua madre, ha voluto sapere come stesse – ha aggiunto l’avvocato Netti –. Ha chiesto anche degli animali, per i cani ora stiamo cercando di darli in adozione. In carcere è in cella con quattro persone, non si è trovato male anche se il problema principale è far passare il tempo; per questo gli abbiamo portato la Settimana enigmistica. Ma in ogni caso sta giù, inizia a capire la gravità della situazione". L’avvocato ha escluso confessioni, cedimenti da parte del ragazzo. "Però ora deve rispondere in maniera sincera a una serie di quesiti. Non tocchiamo il tema delle responsabilità, ma di sicuro non parliamo più del ladro".

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La tesi, del resto, è diventata insostenibile leggendo l’ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari Giovanni Manzoni, alla luce di tutto il materiale raccolto dai carabinieri coordinati dal procuratore capo Giovanni Giorgio e dal sostituto Vincenzo Carusi. Soprattutto, ci sono troppe e troppo compromettenti intercettazioni tra il ragazzo, sua madre e, in misura minore, il nonno Enrico Orazi, per il quale infatti non è stato preso alcun provvedimento restrittivo. Le frasi registrate in auto, in albergo, nell’appartamento rivelano continui discorsi sull’omicidio, sugli errori che avrebbe commesso Arianna nel non lasciare fuori dalla porta finestra false impronte del ladro che sarebbe entrato da loro, nel non addormentare i cani, nel lasciare i soldi in auto, nell’indicare un tempo troppo risicato tra quando Enea era rientrato e la telefonata ai carabinieri. Enea si vanta degli schiaffoni dati al nonno, compiacendosi di quella violenza. Sono frasi estrapolate da discorsi più ampi, possono essere anche equivocabili, ma si aggiungono ad altri riscontri: in primo luogo, le dichiarazioni di Enea che, in caserma la notte dell’omicidio, ammette che era stata tutta una messa in scena.