Pamela Mastropietro, la famiglia contro il sindaco. “Bastava un minuto di silenzio’’

Lo zio della ragazza sulla mancata cerimonia per ricordarla: Carancini si dimetta

Marco Valerio e Alessandra Verni

Marco Valerio e Alessandra Verni

Macerata, 30 gennaio 2019 - «Un sindaco che ammette di aver sottovalutato il problema e poi non si dimette, credo non abbia ben chiara la portata di ciò che ha causato, perché dietro agli stupefacenti ci sono la morte e la sofferenza di tante persone».

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Marco Valerio Verni, zio di Pamela Mastropietro (VIDEO), è anche l’avvocato della famiglia, ma mette da parte il ruolo professionale: «Parlo da cittadino, dopo le dichiarazioni del sindaco. Carancini si sarebbe dovuto dimettere e lasciare ad altri il momento di riflessione e ricostruzione che ora auspica. Noi come famiglia non ci aspettavamo nulla, anzi ci sarebbe anche sembrato ipocrita dopo la sceneggiata fatta sull’intitolazione del parco a Pamela. Però un’iniziativa istituzionale, un minuto di silenzio, un gesto simbolico si sarebbe potuto organizzare. Ci hanno sempre accusati di politicizzare la vicenda, ma sono altri a farlo. Ci fa piacere invece che i cittadini abbiano organizzato diverse iniziative per Pamela, ci dà il senso di vicinanza che la comunità maceratese ci ha sempre manifestato».

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A Roma invece oggi ci saranno fiori e preghiere, a scandire la giornata in memoria della 18enne. La famiglia sarà alle 9 in piazza Re di Roma, alle 15 al Verano per pregare davanti alla tomba di Pamela, e alle 19 ci sarà una messa.

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«Eri entrata in comunità per ricominciare a camminare, invece da lì sei andata incontro al tuo atroce destino – hanno scritto ieri su Facebook i genitori di Pamela, Stefano Mastropietro e Alessandra Verni –. Ora sarai libera dalle catene terrene, e il tuo spirito è tra gli angeli: niente più dolore. Amiamo pensare e preghiamo che sia così, perché quello che ti hanno fatto è devastante. Ti hanno dato della tossica, della prostituta, della poco di buono: per noi sei e sarai sempre una figlia a cui, nonostante le difficoltà, abbiamo voluto un bene infinito. Sbagliando sicuramente, ma cercando anche aiuto in chi si è girato indietro. Non è oggi, né lo sarà domani, il giorno della polemica: non ci soffermeremo su quella comunità o sui tuoi carnefici. O sulla maldicenza di qualcuno che ha tentato, con dolo di sviare la verità, tradendo i valori sottesi alla propria professione o ministero. Ma sappi, ovunque tu sia, che se il tuo martirio nella città di Maria (di cui tu eri devota) doveva accadere perché venisse fuori tutto il marcio che, purtroppo, ombreggia la tua vicenda, e che va oltre te, ebbene, noi raccoglieremo il tuo testimone ed andremo avanti, con le tantissime persone che ci sono accanto. Il nostro dolore è la nostra energia: è per questo che continueremo nella battaglia».