Il Pozzo chiude dopo 40 anni. “Ha lasciato un’impronta indelebile”

Lo storico locale di vicolo Costa ai titoli di coda: una festa con musica e amarcord per salutare i clienti. Messaggi sul web: "Finisce un capitolo vibrante della nostra comunità, il suo spirito continui a vivere nei cuori"

I fratelli Bragoni, titolari de "Il Pozzo" in vicolo Costa, davanti all’ingresso dello storico locale del centro (foto Pierpaolo Calavita)

I fratelli Bragoni, titolari de "Il Pozzo" in vicolo Costa, davanti all’ingresso dello storico locale del centro (foto Pierpaolo Calavita)

Macerata, 23 aprile 2024 – Musica e amarcord sabato sera al Pozzo, per la festa di saluto a un locale che per 40 anni è stato un luogo dell’anima per tantissime persone, della città e non solo. «Quando si chiude la porta di un locale storico – ha scritto su Facebook Sonia Raimondi, sorella di Umberto, uno dei titolari con i gemelli Paolo e Francesco Bragoni –, non è solo un’attività commerciale che si conclude, ma un capitolo vibrante della nostra comunità che finisce. Questo luogo, più di un semplice spazio, è stato un testimone silenzioso di incontri, di risate condivise, di momenti solenni e di quelli quotidiani. Ci portiamo dietro non solo i ricordi, ma l’impronta indelebile che ha lasciato in ognuno di noi. Grazie per averci regalato un angolo di mondo dove tutti potevano sentirsi a casa. Con nostalgia e gratitudine, salutiamo questo luogo, sperando che il suo spirito continui a vivere nei cuori di chi l’ha amato».

Purtroppo, con la pandemia il locale aveva accumulato un ritardo con gli affitti. Dalla proprietà di parte del ristorante è arrivato lo sfratto, e nonostante le trattative il Pozzo ha potuto tenere solo l’ingresso e la prima sala. Ma poi la proprietà di quella porzione ha deciso di vendere. La nuova società, subentrata per portare avanti l’attività, ha tentato di trovare un accordo, ma invano. E così, senza un contratto d’affitto, non c’erano più margini per continuare a occupare gli spazi e tenere in vita il pub. Dopo 40 anni, non è rimasto altro che chiudere. In tantissimi sabato hanno affollato il locale in vicolo Costa, nella serata intitolata «Semplicente grazie», per godersi i revival musicali e ricordare le mille avventure vissute lì. Dopo gli spettacoli al Lauro Rossi o in estate allo Sferisterio, pubblico, registi, attori e cantanti spesso finivano la notte lì. Il locale accoglieva tiratardi e bohemiens, seduti di fianco a studenti, professori universitari, professionisti, famigliole. Tra quei tavoli sono nati amori e si sono costituiti studi legali, sono decollate carriere politiche e si sono formati intellettuali. Sulle pareti c’erano un disegno di Magdalo Mussio e le foto di un cliente celeberrimo, Chet Baker, anche lui un rifugiato di vicolo Costa. Mercoledì probabilmente sarà la serata conclusiva di questo storico pub che aveva richiamato qui clienti da tutta la provincia e non solo, per la sua unicità.