CHIARA GABRIELLI
Cronaca

"Prezzi sull’altalena e fatturati in picchiata"

Marzola (Piediripa): i clienti ci davano dei ladri, sono stato costretto a mandare via un dipendente. Barbatelli (Valle Cascia): segnali di ripresa

di Chiara Gabrielli

Costi del metano raddoppiati, distributori deserti, clienti che insultano gli addetti al rifornimento: sono gli effetti del rincaro del carburante, iniziato ad ottobre e via via aumentato, e quelli della guerra in Ucraina, che portano disperazione e timori per un futuro ancora molto incerto. Se alla Pieve si sono visti costretti a dichiarare fallimento, altrove lottano per resistere, ma sono mesi a dir poco difficili. Qualcuno ci ha rimesso il posto.

"Il periodo peggiore è stato a marzo, ho chiuso i battenti dal 5 all’11 – racconta Simone Marzola, che gestisce il distributore di metano a Piediripa –, è stato il momento in cui tra energia e metano siamo arrivati a 300 euro per megawattora. Non potevo far altro che chiudere tutto, altrimenti con queste cifre avrei dovuto mettere il metano a 3,50 euro al chilo. All’improvviso ti trovi nel fango e non sai come fare. Ora per fortuna siamo tornati tra i 100 e 120 euro a mwh". Quando ha riaperto il 12 marzo, il metano era a 2,99 euro al chilo: "Ho perso l’85 per cento della clientela. Era inevitabile, come inevitabile è stato dover rinunciare all’unico dipendente che avevo: dopo che è stato in cassa integrazione da gennaio a maggio, l’ho dovuto mandare via. Lui, comunque, ha capito la situazione, ha visto anche lui quanto erano calati gli incassi – sottolinea Marzola –. Dopo Pasqua il costo al chilo è sceso a 2,50, poi a 2,10, poi a 1,99, fino ad arrivare a 1,79 di oggi. Speriamo che si fermi qua, se il prezzo restasse questo sarebbe già un successo". Se prima dell’impennata di ottobre "servivo circa 300 auto al giorno – prosegue –, adesso saranno 80 o 90, ma ci sono stati periodi, come febbraio, ad esempio, in cui ne arrivavano appena 30". Dopo gennaio, c’è stato infatti il tracollo vero e proprio: "Siamo passati dai 180mila metri cubi al mese di prima ai 10.800 di marzo. La gente non veniva più, sacrificava le uscite, il divertimento, gli extra in generale. Molti arrivavano qui arrabbiati, ci insultavano, ci chiamavano ladri, ma se con i clienti si parla, capiscono e sono anche grati per le spiegazioni". Da un mesetto, la situazione sembra in leggero miglioramento. "Vediamo timidi segnali di ripresa – dice Marzola –, la speranza è l’ultima a morire". Andrea Barbatelli ha 25 anni e da 8 lavora al distributore di Valle Cascia. Oggi è lui a gestirlo. "Il fatturato è sceso della metà – spiega –, in alcuni periodi anche fino al 65 per cento in meno. Tra febbraio e aprile, il costo era arrivato a 2,69 al chilo. Qui abbiamo una gestione familiare e un solo dipendente, ora va un po’ meglio, dalle 150 auto giornaliere ora siamo sulle 250, ci aiuta anche il fatto che il prezzo della benzina è risalito e adesso, dopo il gpl, il carburante più conveniente è ancora il metano. Ora siamo fermi a 1,79 al chilo".

Se prima a Piediripa si poteva fare metano dalle 7 alle 20.30 con orario continuato, ora il distributore è attivo dalle 7.45 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19.45, mentre a Valle Cascia non hanno ridotto gli orari di apertura, che rimangono 6.30-20 negli infrasettimanali e 7-12.30 la domenica. "Vogliamo comunque poter garantire il servizio, pensando anche a chi lavora – sottolinea Barbatelli –, speriamo di tenere duro, non vorrei dover rinunciare a questo posto, qui ci sono cresciuto e il lavoro mi piace molto".