"Rsa di Appignano. Il contributo di 3 milioni non è in discussione"

L'assessorato regionale alla Sanità assicura che il contributo di 3 milioni per una Rsa ad Appignano è necessario per garantire servizi riabilitativi adeguati ai non autosufficienti attualmente assistiti. La struttura attuale non è idonea alle loro esigenze sanitarie, quindi si rende necessaria una collocazione più adatta. La Regione intende così colmare una carenza del 2010, restituendo un servizio essenziale alla comunità.

"Nessuno mette in discussione l’impiego del contributo di 3 milioni di euro per la realizzazione di una Rsa ad Appignano". È quanto assicura l’assessorato regionale alla Sanità, sottolineando la situazione attuale della Casa di Riposo di Appignano, gestita dall’Inrca. "Attualmente sono assistiti sette ospiti, nessuno dei quali, a seguito di valutazione multidimensionale, ha i requisiti per essere ospitato in una casa di riposo, in considerazione del grado di non autosufficienza registrato. Per questa ragione l’Inrca, dopo aver incontrato la Fondazione Falconi e il Comune di Appignano, ha espresso la necessità che la struttura torni a garantire i servizi propri dell’Ente (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico), cioè quelli riabilitativi, vista la carenza di posti letto nelle strutture necessarie a questo scopo".

Gli stessi ospiti, poi, hanno bisogni sanitari che "proprio per il grado di non autosufficienza riscontrato non possono essere garantiti all’interno della struttura dove sono attualmente collocati". Di qui la necessità di procedere ad una collocazione in strutture più idonee alla loro condizione di salute, per garantire loro l’assistenza di cui hanno bisogno. "La necessità di restituire una struttura riabilitativa al territorio di Appignano – conclude la nota dell’assessorato – scaturisce dalla necessità di sopperire ad una carenza che si è venuta a creare nel 2010, quando venne tolto il servizio, che oggi la Regione è nelle condizioni di restituire al territorio e ai suoi cittadini".